Siderurgia
La bramma di acciaio prodotta dal forno Arvedi Ast
Giornata storica per lo stabilimento Arvedi Ast di Terni da cui giovedì 18 dicembre è uscita la prima bramma di acciaio inox dal nuovo forno di riscaldo a ridotte emissioni di CO2. Un obiettivo centrato in anticipo rispetto alla tabella di marcia prevista. La bramma è larga 1.290 millimetri, spessa 215, lunga 10.700 e pesante 23,4 tonnellate. Per produrla il forno, che è lungo 47 metri, ha raggiunto temperature fino a 1.300 gradi.
Si tratta di un investimento da circa 50 milioni, il più importante per lo stabilimento di viale Brin negli ultimi trent’anni. “L’impianto - spiegano da Arvedi Ast - è di fondamentale importanza per il processo produttivo, sia per il suo impatto sulla qualità del prodotto sia per il contributo alla riduzione delle emissioni di CO₂. Il nuovo forno è realizzato con le tecnologie più innovative per la riduzione dei consumi di metano e delle emissioni in atmosfera ed è in grado di garantire le migliori performance in termini di qualità del prodotto. Un risultato che - spiegano - si è reso possibile grazie all’impegno e alla competenza delle persone coinvolte e al lavoro coordinato con i tecnici di Tenova, Immobiliare Raffaella, il team del Treno a Caldo e l’ente Nuovi Impianti di Arvedi Ast.
Questo ulteriore grande passo conferma gli impegni del cavalier Giovanni Arvedi per il rilancio del sito siderurgico di Terni, orientato al rafforzamento della competitività ed allo sviluppo sostenibile dei processi”. Intanto c’è grande soddisfazione per l’approvazione in commissione, a palazzo Madama, dell’emendamento alla legge di bilancio che stanzia 35 milioni l’anno, dal 2026 al 2028, per la decarbonizzazione. “Un risultato importante - osserva l’onorevole Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia - in linea con l’accordo di programma firmato a giugno al Mimit. Si procede verso la decarbonizzazione e la realizzazione di impianti siderurgici sempre più green. Inoltre sono in arrivo per il settore altre misure agevolative comprese quelle messe in cantiere dal ministero dell’Ambiente. E lo stesso vale per l’Energy release con l’abbattimento delle bollette energetiche per allineare le grande aziende energivore italiane cin i loro competitor internazionali”.
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Il sindacato, nel frattempo, chiede maggiore chiarezza. Per il segretario della Fiom Cgil, Alessandro Rampiconi, c’è da capire “se tutti i 35 milioni stanziati siano per Terni o per il settore siderurgico in generale. E poi ribadiamola nostra richiesta di convocazione ad un tavolo di confronto che metta insieme governo, Regione, enti locali, azienda e parti sociali per verificare l’attuazione dell’accordo di programma. Lo chiediamo da 6 mesi, ma nessuno ci ha ancora risposto”.
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