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Arvedi-Ast, ricavi per 2,4 miliardi nel 2024 nel sito di viale Brin. I dati del bilancio del Gruppo

10 Luglio 2025, 10:06

terni ast arvedi acciaio

Lo stabilimento Ast di viale Brin

Sorride il bilancio dell’anno fiscale 2024 di Acciai speciali Terni, del Gruppo Arvedi, uno dei principali produttori europei di laminati piani di acciaio inossidabile. L’azienda di viale Brin a Terni ha registrato ricavi pari a 2,4 miliardi di euro, mentre nell’anno precedente erano stati 2 miliardi 272 milioni. Il Margine operativo lordo, Mol, è stato pari a 103 milioni, nel 2023, 95 milioni di euro. Entrambi i parametri, in crescita rispetto all’anno precedente, confermano i progressivi miglioramenti che la società registra da quando è entrata a far parte del Gruppo Arvedi. Il risultato economico di Ast, poteva sicuramente essere ancora migliore, ma ha pesato l’elevato costo dell’energia. I primi mesi del 2025, con la diminuzione del costo della bolletta elettrica, lievitano i conti economici che, secondo fonti aziendali, sono abbastanza soddisfacenti.

In una nota diramata dal società guidata dal cavaliere Giovanni Arvedi si sostiene che il Gruppo Arvedi chiude l’esercizio 2024 con ricavi consolidati pari a 5,7 miliardi di euro (6 miliardi nel 2023) e un risultato netto di 92 milioni di euro (235 milioni nel 2023). “Nel corso dell’anno il settore siderurgico in Europa – è scritto nella nota della società - ha scontato un calo della domanda, con importanti settori di utilizzo come l’automotive in difficoltà, e contemporaneamente una riduzione dei prezzi dei prodotti finiti che hanno subito una forte concorrenza dalle importazioni di prodotti asiatici. Inoltre, il comparto siderurgico nazionale evidenzia una rilevante perdita di competitività conseguente alle più elevate quotazioni dell’energia elettrica e del gas sul mercato interno rispetto ai mercati energetici a cui riferiscono i maggiori concorrenti europei ed internazionali”.

In un contesto incerto anche dal punto di vista geopolitico, il Gruppo Arvedi ha dimostrato di essere resiliente sia dal punto di vista della tenuta dei risultati economici che dal punto di vista delle quote di mercato conservate in virtù dei volumi di vendita che invece si sono incrementati seppure moderatamente.

“Nel 2024 Acciaieria Arvedi ha conseguito ricavi per 2,7 miliardi di euro, in riduzione del 5% rispetto all’esercizio precedente a causa del trend riflessivo delle quotazioni dei prodotti siderurgici. Il Margine Operativo Lordo è stato di 187 milioni con una incidenza di circa il 7% sui ricavi. Sulla struttura dei costi si sottolinea il peso della componente energia che rappresenta circa il 40% dei costi di produzione”.

Il gruppo guidato da Giovanni Arvedi sottolinea il rilevante piano di investimenti per Ast oggetto di un recente accordo di programma ed avente come obiettivo il rafforzamento della struttura industriale, in forza della quale ottenere un più qualificato mix produttivo proseguendo nel percorso di decarbonizzazione del sito. Arrivare, il mese scorso, all’accordo di programma al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, sotto la regia del ministro Adolfo Urso, non è stata un'impresa facile. C’è stato, prima, l’impegno da parte della presidente della giunta precedente guidata da Donatella Tesei, poi dalla neo presidente Stefania Proietti che ha trovato sponda anche dalla presidente del consiglio dei ministri Giorgia Meloni nel corso dell’incontro del 10 gennaio 2025, Inoltre non va trascurato l’impegno di tutti gli attori coinvolti governo, regione, provincia, comune di Terni, gruppo Arvedi e parti sociali. Sono previsti investimenti che sono pienamente coerenti con l’obiettivo prioritario della decarbonizzazione della produzione nazionale dell’acciaio: un acciaio che sarà per l’80% green, grazie all’elettrificazione dei processi, all’introduzione di biocarburanti, alla riduzione delle emissioni di CO2 e all’impiego progressivo di idrogeno verde. Il piano industriale Ast al 2028 prevede investimenti di oltre 560 milioni, per l’elettrificazione dei processi e all’aumento dell’efficienza della produzione di acciaio inox, e per assicurare sicurezza e sostenibilità ambientale. Il Mimit contribuirà con un finanziamento a fondo perduto di circa 70 milioni di euro. Inizialmente erano previsti anche 411 milioni per il nuovo reparto del lamierino magnetico, che rimane in stand by a causa le difficoltà del settore automotive.

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