Il caso
I familiari delle vittime della strage di Rigopiano (Foto Cecilia Fabiano/LaPresse)
A quasi 9 anni dalla tragedia di Rigopiano, il processo d’appello bis a Perugia è tornato a mostrare tutte le ombre della gestione dell’emergenza neve. Il sostituto procuratore generale di Perugia, Paolo Barlucchi, lunedì 17 novembre, ha aperto la sua requisitoria tracciando un quadro durissimo di quei giorni, definendoli senza esitazione un “caos totale in cui nessuno sapeva chi comandava”. Parole che sono risuonate nell’aula gremita dai familiari delle 29 vittime, tra cui Alessandro Riccetti, receptionist ternano, che continuano a chiedere giustizia.
Il magistrato ha ricostruito le ore critiche prima della valanga che il 18 gennaio 2017 travolse l’hotel di Farindola, sottolineando come i segnali di pericolo, le nevicate eccezionali e gli allarmi ripetuti non abbiano trovato risposte tempestive. Secondo l’accusa, l’assenza di una catena di comando chiara contribuì a creare un vuoto operativo che rese inevitabile il disastro. Nella prima parte della requisitoria, Barlucchi ha chiesto la conferma delle condanne per i tecnici della Provincia di Pescara. Ha poi sollecitato la conferma delle pene inflitte in secondo grado all’ex sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, e a un tecnico comunale.
Soffermandosi sulla posizione del primo cittadino, il pg ha spiegato che, anche indipendentemente dall’esistenza di una Carta delle valanghe, il sindaco aveva comunque “obblighi e poteri” per intervenire: chiudere la strada di accesso e ordinare lo sgombero dell’hotel, decisioni che – secondo l’accusa – avrebbero potuto cambiare l’esito della vicenda.
Nella parte finale della requisitoria, ancora da affrontare, il magistrato dovrà concentrare l’attenzione sui sei funzionari della Regione Abruzzo, assolti nei primi due gradi ma rinviati dalla Cassazione per una nuova valutazione delle responsabilità. Anche oggi i familiari delle vittime hanno seguito l’udienza in silenzio, come in quelle precedenti. L’udienza è stata quindi rinviata a giovedì 20 novembre per completare la requisitoria del pg e procedere eventualmente con le parti civili, un passaggio che potrebbe segnare una svolta nel processo. La battaglia giudiziaria per Rigopiano resta lunga e complessa, ma i familiari delle vittime continuano a presidiare l’aula con una determinazione incrollabile. Intanto per la metà di dicembre è attesa la sentenza dell'appello bis.
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