LA VALANGA SULL'ALBERGO NEL 2017
"Se la Strada provinciale 8 fosse stata liberata dalla neve grazie alla presenza dei mezzi la cui disponibilità avrebbe dovuto essere monitorata, la mattina del 18 gennaio, quando gli ospiti e i dipendenti dell’Hotel Rigopiano, in provincia di Pescara, tentarono invano di abbandonare l’albergo, gli eventi di morte e lesioni non si sarebbero verificati. E comunque, l’intervento dei soccorsi avrebbe potuto essere più veloce”.
Così i giudici della Cassazione nelle oltre 150 pagine di motivazioni della sentenza emessa il 3 dicembre del 2024 - nel processo per la strage di Rigopiano dove il 18 gennaio 2017 una valanga travolse l’hotel di Farindola, uccidendo 29 persone, tra le quali anche il giovane receptionist dell'albergo, Alessandro Riccetti di Terni.
I magistrati della Suprema Corte hanno accolto parzialmente il ricorso del Procuratore generale della Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila, con cui hanno disposto un altro processo di secondo grado - gli atti sono stati trasmessi alla Corte di Appello di Perugia per il nuovo giudizio - per i dirigenti del Servizio di Protezione civile della Regione Abruzzo. Le ipotesi di reato vanno, a seconda delle posizioni, dall’omicidio colposo e disastro, alle lesioni plurime colpose. La Cassazione aveva inoltre confermato le condanne dell’ex Prefetto di Pescara imputato di omissione di atti d’ufficio, falso ideologico e in atto pubblico. Per gli stessi reati era stato condannato il Capo di Gabinetto della Prefettura. Mentre per falso ideologico in atto pubblico erano stati condannati il gestore dell’Hotel di Farindola e il geometra che aveva prodotto la relazione per il rilascio del permesso alla ristrutturazione della struttura ricettiva dove si verificò la tragedia falsità ideologica.
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