Il caso
Il pensionato ternano Ugo Niri fa appello al Comune
Va a deporre i fiori al cimitero di Terni, ma non trova più la tomba di famiglia. Incredibile, ma vero. E’ quanto accaduto ad Ugo Niri, pensionato ternano con un passato nel sindacato ed in politica nel Partito Repubblicano. “Ho scoperto da un foglietto sistemato ai piedi della tomba che mi era stata revocata la concessione risalente al 1936. Non ho ricevuto altre comunicazioni dal Comune. Ma c’è di più perché quando io e mia moglie ci siamo avvicinati abbiamo scoperto con grande stupore che la tomba era stata riassegnata ad altre persone. Il nome della famiglia Niri - continua - era stato cancellato ed al suo posto inserito quello dei nuovi proprietari”.
Niri non credeva ai suoi occhi. Pensava di essersi sbagliato, di aver scambiato una strada per un’altra. E invece si trattava proprio, per usare il gergo burocratico, della sezione 1, settore A, tomba 8, fila 4: in pratica l’indirizzo della tomba che custodiva le spoglie dei suoi nonni e dei genitori. “Mi hanno rubato la tomba”, ha esclamato. In senso figurato, ovviamente. Ma alla fine dei conti da qualche mese non ha più un posto dove andare a ricordare i propri cari. “E sono preoccupato - prosegue ironico - anche per me visto che non sono più un giovanotto”. Facendo i debiti scongiuri, il pensionato ternano si è subito messo in moto per trovare una soluzione al problema, ma in breve tempo si è ritrovato in mezzo ad un vero e proprio ginepraio.
“Prima di tutto - racconta - ho chiesto informazioni agli operatori del cimitero che mi hanno confermato quanto deciso dal Comune. Poi ho risalito tutta la scala gerarchica per avere chiarimenti più dettagliati. In base a quanto ho ricostruito - continua - la revisione generale dei loculi si deve alla giunta Latini e, nel corso degli anni, gli uffici hanno dato attuazione a quella delibera. Nel mio caso la revoca della concessione, stipulata da mio nonno con il Comune 89 anni fa, sarebbe legata all’esigenza di provvedere ad opere di ristrutturazione, in effetti però non necessarie. La tomba era in perfette condizioni, la pietra tombale ed i maniglioni in ottimo stato così come la croce posteriore e la luce votiva. C’era solo da fare un piccolo intervento di manutenzione all’angolo sinistro che, se fossimo stati interpellati, avremmo sicuramente eseguito in tempi brevi.
Purtroppo - afferma - nessuno ci ha informato. Solo successivamente mi è stato detto che ci sarebbe stata inviata una raccomandata di cui però non c’è traccia. Di sicuro non mi è stata mai recapitata, ma neanche gli uffici del Comune ne hanno una ricevuta. Forse c’è stata qualche disattenzione di troppo senza avanzare altre illazioni negative”. Fatto sta che la tomba è sparita con tutto il suo contenuto.
“Non so - dice ancora Niri - dove siano finite le 6 bare dei miei cari. Mi è stato detto che si troverebbero in un sito provvisorio al cimitero, ma non è escluso che siano ancora al loro posto, con tutti i resti riuniti in una sola bara, all’interno della tomba che ora ha cambiato nome. D’altra parte non è mai stata eseguita alcuna ispezione e di certo non posso provvedere di mia iniziativa”.
Di fronte alle legittime rimostranze di Niri, il Comune ha cercato una soluzione alternativa. “Mi hanno proposto - racconta - un’altra tomba, requisita a sua volta ad un’altra famiglia. Mi hanno portato a vederla ed era in pessime condizioni. Mi hanno assicurato che il Comune avrebbe coperto le spese per la parte interna mentre sarebbero state a mio carico quelle relative alla ristrutturazione esterna. A quel punto ho chiesto un preventivo ad una ditta. E così ho scoperto che avrei dovuto tirare fuori 6 mila euro di tasca mia: oltre la beffa il danno.
Ho rifiutato quella proposta perché trovo ingiusto lo sfratto della vecchia tomba di famiglia. Tra l’altro, a conferma del suo stato di conservazione, c’è il fatto che è stata semplicemente ripulita e poi assegnata ad un’altra famiglia con un nuovo nome. Nessun altro intervento rilevante è stato effettuato. Mi auguro - conclude Ugo Niri - che il Comune torni sui suoi passi. Intanto ho fatto richiesta di accesso agli atti, ho scritto di nuovo al Comune e mi sono rivolto ad un legale per tutelare i diritti della mia famiglia”.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy