cronaca
C’è anche un piccolo imprenditore agricolo della provincia di Terni tra le persone finite sotto inchiesta nell’ambito della maxi operazione contro l’immigrazione clandestina condotta in 23 province italiane. L’operazione, coordinata dal Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia di Stato, ha coinvolto numerose squadre mobili e reparti speciali, tra cui anche quella di Terni.
I numeri dell’indagine parlano da soli: dieci persone arrestate (nove stranieri e un italiano), 167 tra abitazioni e aziende controllate con irregolarità riscontrate in oltre cento casi, 1.418 persone identificate, di cui 1.317 stranieri. Per 135 di questi sono in corso accertamenti relativi alla regolarità del titolo di soggiorno. Sono inoltre 92 le persone (65 italiani e 27 stranieri), tutte datori di lavoro, deferite all’autorità giudiziaria o oggetto di approfondimenti investigativi per reati come favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso documentale e sostituzione di persona.
L’inchiesta ha fatto emergere gravi anomalie nelle procedure previste dal cosiddetto “decreto flussi”, tra cui la presentazione di istanze per l’ingresso di lavoratori stranieri con indicazioni di domicili fittizi o inesistenti, alcuni dei quali utilizzati decine di volte come indirizzo di accoglienza. Secondo quanto accertato, gruppi criminali avrebbero approfittato delle difficoltà di centinaia di stranieri per entrare in Italia, offrendo loro – in cambio di denaro – pratiche fasulle per ottenere un permesso di soggiorno. I compensi richiesti per ciascuna pratica variavano tra i 1.000 e i 5.000 euro. I proventi illeciti complessivamente stimati superano i 500 mila euro.
Nel caso che riguarda il ternano, l’imprenditore avrebbe presentato documentazione falsa a supporto di dieci istanze per lavoratori stranieri di nazionalità pakistana e cingalese. In cambio di denaro, avrebbe prestato il proprio nome come datore di lavoro per l’assunzione, che però non sarebbe mai avvenuta una volta che gli stranieri avevano fatto ingresso in Italia. Per lui è scattata la denuncia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per false dichiarazioni in atto pubblico. Le indagini proseguono, anche per accertare l’esistenza di eventuali ulteriori responsabilità a livello locale.
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