Il caso
L'ospedale Santa Maria di Terni
“Dall'indagine epidemiologica condotta dall’Azienda sanitaria locale di Terni non risulta alcun particolare viaggio o contatto di tipo promiscuo con altre persone, quindi non si è potuto evincere in maniera chiara e definitiva l'origine dell'infezione. Non è stata individuata la fonte di contagio". Queste le parole di Luca Nicola Castiglione, riportate da AdnKronos Salute.
Si tratta del direttore dell'Unità operativa complessa di Sanità pubblica veterinaria Usl Umbria 2 che si occupa della sorveglianza riguardo al caso di Mpox (ex vaiolo delle scimmie) registrato in città. Le condizioni di salute del giovane che ha contratto il virus e che si trova ricoverato al reparto di malattie infettive dell'ospedale Santa Maria sono buone e continuano a migliorare.
Al momento, però, oltre alla persona che ha avuto contatti con il giovane, sotto osservazione ci sono anche "i due gatti di casa". “Per quanto riguarda la sorveglianza - continua Castiglione - attualmente coinvolge il soggetto che condivide l'appartamento con la persona che presenta i segni clinici di malattia e i due gatti domestici del paziente.
Questo virus, infatti, viene veicolato anche da alcuni animali da compagnia, in modo particolare i roditori, quindi criceti, conigli nani. E anche i gatti possono sviluppare segni di malattia".
In questa fase - evidenzia ancora Castiglione - "verifichiamo con attenzione l'eventuale comparsa di sintomi nel coinquilino e negli animali da compagnia". Comunque, come più volte ribadito, è stata seguita la procedura prevista con la segnalazione al ministero, l'inserimento nel Premal (sistema di segnalazione malattie infettive) e il caso è stato confermato dalla diagnosi di laboratorio con la sequenza di Dna. “L'Mpox, ex vaiolo delle scimmie – osserva l'epidemiologo Massimo Ciccocci – ha una trasmissione interumana. Nel 2003 negli Stati Uniti è emersa un'epidemia tra roditori selvatici importati dal Ghana. Normalmente con la sequenza genica isolata del virus si può risalire facilmente e chiarire se è stata una trasmissione interumana o da un animale.
Ad oggi però non risultano cani o gatti infetti che abbiano passato il vaiolo delle scimmie all'uomo”. Comunque se la persona contagiata dal virus di Mpox mostra un'infezione lieve e non rischia complicanze, e quindi può essere assistita a domicilio, l'Oms precisa che il paziente non è tenuto a isolarsi, a condizione che le lesioni siano coperte e che il contagiato indossi una mascherina ben aderente quando si trova in stretta vicinanza ad altre persone, fino alla guarigione di tutte le lesioni.
Nel caso in cui sia impossibile coprire le lesioni o tenere la mascherina, il paziente dovrà essere invece isolato a domicilio.
Se invece le condizioni dell'infettato meritano il ricovero in ospedale, gli operatori che lo assistono devono utilizzare guanti, camici, mascherine e protezioni per gli occhi in base alla valutazione del rischio. Tornando al caso del giovane ternano, le sue condizioni sono in miglioramento anche se è sempre sotto osservazione medica in ospedale.
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