L'INTERVISTA
Padre Massimo Reschiglian
Sabato 7 giugno 2025, alle 10, nella Concattedrale di Narni, in provincia di Terni, si terrà la celebrazione per l’apertura dell’inchiesta diocesana per la Causa di beatificazione e canonizzazione della giovane narnese Marianna Boccolini (1992-2010). Si compie così il primo passo per dare avvio alla raccolta delle testimonianze e delle prove, da parte del tribunale diocesano, per l’attestazione delle virtù eroiche e della fama di santità di Marianna, dichiarata ora Serva di Dio. A parlare delle fasi e anche di ciò che ha portato all’avvio del procedimento è padre Massimo Reschiglian, biografo della vita di Marianna e da anni vicino alla sua famiglia.
- Padre Massimo, ci siamo. Dopo i passaggi preliminari iniziati nel 2024, siamo all’apertura dell’inchiesta diocesana.
Sì, sabato a Narni ci sarà la cerimonia di apertura della Causa, la prima sessione del tribunale ecclesiastico che coincide anche con l’apertura ufficiale della Causa di beatificazione e canonizzazione. Marianna è stata dichiarata Serva di Dio, che corrisponde al primo gradino verso la venerabilità, e questo è avvenuto grazie al nullaosta del Dicastero delle Cause dei Santi, che è arrivato anche con un tempo relativamente breve: è stato scritto il 10 marzo. L’Editto era stato pubblicato il 5 novembre 2024, e serviva per avere eventuali notizie da parte del popolo di Dio su Marianna. Il 24 novembre il vescovo ha inviato la richiesta al Dicastero, per avere il nullaosta per procedere alla Causa vera e propria. L’Editto è semplicemente un annuncio e un invito fatto alla popolazione per avvisare che si intende iniziare questo processo, ma senza il nullaosta del Dicastero non si sarebbe potuto iniziare. Quindi il 24 novembre la richiesta esplicita, e in pochi mesi è arrivata la risposta in diocesi. Così può iniziare il processo.
- Si svolgerà esclusivamente sul territorio di Narni e Terni?
L’inchiesta diocesana, così si chiama, è il lavoro che farà il tribunale ecclesiastico che è stato istituito dal vescovo il primo maggio 2025. Il tribunale - che raccoglierà documenti e testimonianze, che successivamente verranno esaminate da una Commissione storica e da due censori teologi - è composto da tre officiali: don Giuseppe Capsoni (Delegato episcopale), don Albin Kouhon (Promotore di Giustizia) e Avv. Francesca Renzi (Notaio).
Il loro compito, secondo le norme canoniche, sarà quello di curare “con somma diligenza e impegno che, nella raccolta di tutte le prove, nulla venga omesso di quanto in qualunque modo riguardi la Causa, il cui buon esito dipende in gran parte dalla sua buona istruzione”. In sostanza il tribunale avrà il compito di interrogare tutti i testimoni che il postulatore ha presentato per raccogliere notizie da parte di chi ha conosciuto Marianna, direttamente o indirettamente.
- In cosa consisteranno gli “interrogatori”?
Sulla raccolta di aneddoti, fatti da raccontare. Gli interrogatori saranno incentrati solo sui fatti e non su impressioni e riflessioni. Fatti, quindi, che testimonino la vita di questa Serva di Dio. Adesso è questo il titolo con il quale viene appellata Marianna.
- Avete avuto contatti anche da fuori territorio locale?
Diversi riscontri dall’Umbria, da fuori regione e anche dall’estero. Appena la notizia è stata pubblicata sul sito della diocesi, c’è stata una grande accoglienza positiva, da parte dei parroci che l’hanno conosciuta e accompagnata, da tantissimi amici, familiari, catechisti, docenti di scuola, che ricordano soprattutto la sua testimonianza di compassione, amicizia, carità, perdono.
- In effetti un fatto straordinario...
La notizia è molto bella, perché il fatto che Marianna sia Serva di Dio la accosta a tante figure di santità della nostra diocesi (chiaramente lei sta al momento sul gradino più basso) e questo è raro, è difficile che ci siano figure riconosciute Servi di Dio. E’ dunque un grande dono per la nostra diocesi e per tutta l’Umbria.
- La mamma Maria Letizia e i familiari come stanno vivendo questo annuncio?
Da una parte con un senso di ringraziamento e di gratitudine nei confronti del Signore, dall’altra con un senso di attesa per questo percorso che si farà. La famiglia sente che Marianna sta diventando una figura sempre più di tutti, del popolo di Dio. Una figura da familiare a popolare. La mamma si rende conto che Marianna ora è un dono per tutti, avverte questo passaggio. Sorella di tanti, amica di tanti, non è più solo la figura di figlia.
- Una dimensione difficile da descrivere e comprendere, si passa da quella che è stata la tragedia di quanto avvenuto, con la morte prematura di una figlia, a un livello di riconoscimento spirituale rarissimo.
Si, un percorso di fede. E’ importante però sottolineare il perché vengono proclamati i santi. Sante sono anche quelle persone che non sono nel calendario, ma che hanno vissuto santamente. Alcuni vengono scelti perché esemplari e interpreti del Vangelo nel nostro tempo. Figure che diventano modelli di riferimento per altri, e Marianna soprattutto lo è per i giovani. La sua vita cristiana è stata vissuta in maniera semplice ma straordinaria, unica, speciale.
- Come si traduceva?
Nell’attenzione verso i compagni più disagiati, con il perdono, con l’attenzione che poneva nel valore dell’incontro personale: aveva questo senso di vivere un incontro con una persona come se fosse un momento sacro.
- Ecco quindi che la santità diventa un modello di vita, un riferimento.
I motivi per cui la Chiesa fa i santi sono due. Uno appunto per creare un modello di comportamento e imitazione, il modo di vivere il Vangelo nel tempo presente. E l’altro motivo è l’intercessione, perché invocando i santi si possa chiedere una grazia al Signore.
- E Marianna può già essere invocata per una intercessione?
Sì, il vescovo Soddu ha anche coniato una preghiera che verrà diffusa dopo l’apertura della Causa, che sarà distribuita e con la quale si potrà chiedere l’intercessione nella devozione privata, anche se la preghiera è chiaramente sempre rivolta a Dio.
- Ci faccia qualche esempio della esemplarità di Marianna.
In questi giorni si sta parlando molto dei social e degli effetti negativi, anche drammatici. Bene, ci sono pagine di scritti di Marianna molto belle su questo, non solo perché le ha scritte ma perché le viveva. L’importanza di ritrovare l’incontro tra persone al di là dello schermo, del display. Lei già nel 2007-2008 diceva che l’uso eccessivo dei mezzi di comunicazione porta all’impoverimento del patrimonio culturale linguistico, ma anche all’impoverimento dei sentimenti, sottolineava che sullo schermo di un telefono non siamo autentici ma parziali. Scriveva: “Mai un messaggio sul display potrà riuscire a rendere ciò che proviamo realmente noi che scriviamo...”. E lei proponeva anche di recuperare l’uso di un diario personale, così come il valore dell’incontro faccia a faccia per una relazione autentica.
- Altro tema per lei molto importante: il rispetto.
Marianna scriveva che i ragazzi di oggi apprendono tante cose ma nessuno insegna loro a vivere in comunità. Bisogna fare esperienza di comunità, di relazione, un bisogno di imparare a stare insieme. Un messaggio molto bello che arriva dalla sua testimonianza, lei agiva così: univa le persone, anche per arrivare al perdono. Ed era molto giovane quando scriveva queste cose. Una saggezza che va oltre la sua età.
- Altra cosa molto bella i “capitani coraggiosi”. Chi erano per Marianna?
Lei si è formata leggendo Martin Luther King, Madre Teresa, Giovanni Paolo II. Erano i suoi modelli positivi. In un mondo in cui mancano valori verso i quali orientare la propria vita, lei aveva scelto i suoi “capitani coraggiosi”, queste figure a cui Marianna, lettrice straordinaria, si dedicava, e conoscendoli ha imparato a vivere la sua esistenza come dono, con altruismo, solidarietà.
- Dunque sabato 7 giugno la cerimonia a Narni.
Si, tra l’altro ci sono delle belle coincidenze: intanto il nullaosta del Dicastero è stato firmato il 10 marzo, che è il giorno del compleanno della sorella di Marianna. E poi la cerimonia di apertura dell’inchiesta diocesana si terrà al duomo di Narni, proprio dove Marianna nella Pentecoste del 2006 fece la sua cresima. Sabato prossimo sarà la vigilia di Pentecoste, una bella coincidenza liturgica. E poi al duomo di Narni furono fatte le sue esequie nell’agosto del 2010. Un percorso che ora continua.
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