Il caso
Il carcere di vocabolo Sabbione a Terni
La Federazione di Terni di Sinistra Italiana manifesta profonda indignazione e dolore per l'ennesimo suicidio verificatosi nel carcere della città, dove un detenuto di 42 anni è stato trovato privo di vita, impiccato nella sua cella. Questo tragico evento rappresenta l'ottavo suicidio nelle strutture penitenziarie italiane nell'ultimo mese e il secondo caso a Terni dall'inizio dell'anno.
Ciò che è avvenuto "non può essere interpretato come una tragica fatalità, bensì come il risultato di un sistema carcerario ingiusto e disumano, derivante dalle politiche repressive fortemente promosse dall'attuale governo di destra. Le statistiche nazionali mostrano chiaramente una situazione drammatica di sovraffollamento nelle carceri italiane, con strutture che arrivano ad ospitare fino al 180% della loro capacità regolamentare". Anche il carcere di Terni riflette questa condizione critica.
"La questione non riguarda esclusivamente il sovraffollamento, ma un sistema penitenziario che riflette e amplifica le disuguaglianze sociali presenti nel nostro Paese", ha dichiarato la segreteria provinciale ternana di Sinistra Italiana. "Le condizioni di vita nel carcere di vocabolo Sabbione, a Terni, hanno superato ogni soglia di accettabilità: celle affollate, assistenza sanitaria inadeguata e la carenza di supporto psicologico appropriato. Anche il personale penitenziario, vittima di questo sistema, è significativamente ridotto. È opportuno ricordare come, in passato, grazie alla presenza regolare delle associazioni di volontariato all'interno del carcere di Terni, la situazione fosse notevolmente migliore.
La partecipazione di volontari, educatori e mediatori culturali esterni garantiva non solo un supporto psicologico e umano ai detenuti, ma anche - osserva Sinistra Italiana - preziose opportunità di formazione, socializzazione e crescita personale, favorendo un reinserimento nella società al termine della pena, con rinnovati valori e prospettive. Noi ribadiamo che un sistema penale giusto deve finalizzarsi al reinserimento sociale e non alla punizione fine a se stessa. La vera sicurezza si raggiunge attraverso politiche di inclusione sociale, la lotta alle disuguaglianze ed il contrasto alla povertà".
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