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LA DENUNCIA

Terni, detenuto si toglie la vita in carcere a Sabbione. Il Sappe: "Polizia Penitenziaria isolata e senza strumenti per gestire situazioni di tale complessità"

Intervenuto il Garante, Caforio: "Questa tragedia è la conferma della sconfitta della civiltà giuridica del sistema carcerario italiano"

01 Maggio 2025, 23:03

Terni, detenuto si toglie la vita in carcere a Sabbione. Il Sappe: "Polizia Penitenziaria isolata e senza strumenti per gestire situazioni di tale complessità"

Il carcere di vocabolo Sabbione a Terni

Tragedia nel carcere di Terni nel giorno del Primo Maggio. La notizia è stata diffusa da Fabrizio Bonino, segretario regionale per l'Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE). 

E' stato il sindacato a fornire alcune informazioni riguardo alla morte di un detenuto italiano presso la casa circondariale di Vocabolo Sabbione.

"Intorno alle 18, un detenuto italiano, recluso per reati contro la famiglia - spiega Bonino - si è tolto la vita. Le ragioni di questo gesto restano sconosciute; il detenuto condivideva la cella con un altro carcerato italiano. Purtroppo ogni tentativo di prevenire questo tragico evento si è rivelato inutile. Esprimiamo il nostro profondo cordoglio per la perdita di una vita umana. È sempre doloroso per il personale penitenziario confrontarsi con tali tragedie, che lasciano un senso di impotenza e profonda amarezza. Ci teniamo a ribadire che il disagio psichico e il rischio suicidario negli istituti penitenziari costituisce una vera e propria emergenza nazionale. La Polizia Penitenziaria, nonostante l'impegno e la professionalità, opera in condizioni di tensione costante, spesso isolata e senza strumenti adeguati per gestire situazioni di questa complessità".

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha commentato: "Questo ulteriore suicidio nel carcere di Terni deve indurre una riflessione sulle condizioni dei detenuti e sulle sfide operative affrontate dalla Polizia Penitenziaria". Capece ha osservato che "questi eventi drammatici segnano una sconfitta per lo Stato e colpiscono profondamente i nostri agenti, che spesso devono intervenire in situazioni critiche. Si tratta di agenti giovani, spesso soli nelle sezioni detentive a causa della carenza di personale. Il suicidio costituisce un forte agente stressogeno sia per il personale di polizia che per gli altri detenuti. È necessario un numero maggiore di psicologi e psichiatri, data l'alta incidenza di problemi psichiatrici".

E' intervenuto anche il Garante dei detenuti dell'Umbria, Giuseppe Caforio: "Con l’ennesimo suicidio nel giorno del primo maggio di un detenuto nel carcere di Terni si ha la conferma della sconfitta della civiltà giuridica del sistema carcerario italiano. Questa ennesima morte è sulla coscienza di tutti e le istituzioni hanno l’obbligo prima morale e poi giuridico di dare immediate risposte".

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