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Indagine della Procura sul Perugia, ecco cosa rischia il club

Nel mirino un presunto ritardo nelle comunicazioni sulla cessione di quote societarie

30 Luglio 2025, 06:25

Indagine della Procura sul Perugia, ecco cosa rischia il club

Non solo campo. E non solo mercato. A Pian di Massiano arrivano segnali che spostano l’attenzione dal calcio giocato e accendono un minimo di apprensione nell’animo del popolo biancorosso. Perché la Procura federale della Figc ha aperto un procedimento nei confronti del Perugia per una presunta violazione delle normative relative alle comunicazioni della cessione di quote societarie.

Il fascicolo sarebbe riferito al passaggio di proprietà del settembre 2024 in direzione del presidente Faroni e alla documentazione riguardante i soci del club che va presentata alla Commissione Acquisizione Partecipazioni Societarie (Co.A.P.S), organo della Figc deputato alla verifica della solidità finanziaria e della conformità alle normative della società acquirente. “In merito alle notizie recentemente diffuse circa un’indagine avviata dalla Procura Federale della Figc nei confronti della società - ha scritto il Perugia in una nota ufficiale -, al fine di fare chiarezza sulla vicenda ed evitare inutili speculazioni, si precisa quanto segue: l’oggetto dell’indagine riguarda una semplice comunicazione tardiva di atti societari relativi all’originario acquisto di quote. Tale ritardo è stato determinato dalle tempistiche di registrazione e pubblicazione degli stessi, che ha ritardato la loro trasmissione agli organi federali. Si è provveduto a chiedere copia degli atti per predisporre ogni opportuna memoria difensiva”.

LE CONSEGUENZE Per tali violazioni le Noif distinguono in maniera evidente, dopo il caso Pergolettese di alcuni anni fa, fra il “ritardo sanabile” e la “mancata produzione”. Dal Perugia si manifesta serenità perché il fascicolo riguarda il ritardo della comunicazione (da imputare ai vertici societari per i viaggi intercontinentali e non alle tempistiche della segreteria di Pian di Massiano) e la sanzione prevista è di tipo pecuniario, da 10mila a 100mila euro. Remota la possibilità di una penalizzazione, prevista in casi di assenza di documentazione o presentazione di dichiarazioni non veritiere.

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