TENNIS
Jannik Sinner e Carlos Alcaraz
Il pubblico è stato accontentato. Al campo centrale di Wimbledon c'è la sfida migliore che il tennis può offrire in questo momento storico: Sinner contro Alcaraz, numero 1 contro numero 2 al mondo, spettacolo assicurato. Sull'onda di quanto visto a Parigi, gli appassionati di tennis non possono che essere entusiasti della finalissima che li aspetta domenica 13 luglio nel regno dell'erba. Al Roland Garros l'ha spuntata lo spagnolo - in rimonta per 3 set a 2 - in uno show sportivo assoluto durato 5 ore e 29 minuti (diventando la finale - dello slam sulla terra rossa - più lunga di sempre). Se sul campo lo spettacolo è assicurato, c'è grande attesa anche per quanto riguarda quello che succederà tra il pubblico, e non parliamo dei vip che prenderanno posto in tribuna (già abbiamo visto David Beckham, Leonardo DiCaprio e Tom Holland in questi giorni), ma - piuttosto - dello schieramento: chi tiferanno i 15 mila del centrale?
Il tifo non è un fattore da sottovalutare. Se non è cruciale nel verdetto di una finale di tennis, può comunque rivelarsi insidioso. Al Roland Garros il pubblico si è schierato quasi completamente dalla parte di Carlos Alcaraz (probabilmente perché è considerato l'erede di Rafael Nadal, re dello slam parigino), rivelandosi un'arma in più nella sfida a favore dello spagnolo. Ma all'All England Club sarà lo stesso? E' la prima volta che Jannik Sinner e Carlos Alcaraz si sfidano in finale a Wimbledon. Il favorito del pubblico è quindi tutto da scoprire, come rimane da capire se il Centrale avrà le idee chiare fin dall'inizio del match, o se piuttosto sceglierà da che parte schierarsi solo una volta entrati nel vivo della partita. Se lo spagnolo ha dalla sua il fatto di aver già trovato un posto nei cuori degli spettatori di Wimbledon, alzando il trofeo nel 2024 dopo un torneo da dominatore, il campione altoatesino può conquistare tutti grazie al suo carattere. Il numero 1 al mondo si sa, è equilibrato, serio e mai sopra le righe, un atteggiamento da gigante dello sport, che sposa alla grande i valori dell'All England Club e che ricorda molto quello di chi, nel circolo verde e viola, è il più amato di tutti: Roger Federer.
Il suo nome lo abbiamo già scritto, ed è il più scontato di tutti. Roger Federer, o meglio, King Roger è considerato il re di Wimbledon. Ne ha vinti 8, registrando il record assoluto per quanto riguarda il maschile. E' suo anche il primato delle sette finali consecutive nello Slam, oltre al record assoluto di dodici complessive. Come anticipato, non ha conquistato il pubblico solo a suon di trionfi, ma anche con il suo carattere e approccio al gioco elegante e sempre vocato al fair play.
Se Federer è il re, ecco la regina. Navratilova ha vinto 9 Wimbledon, detenendo anche il record di vittorie consecutive (5) dello Slam. Ha dominato il torneo per due decenni, dagli anni '80 agli anni '90.
Rimaniamo nel femminile. Serena Williams è una leggenda dello sport, del tennis e di Wimbledon. Ne ha vinti 7 ed ha sempre avuto dalla propria parte il pubblico dell'All England Club. Ha sfidato sua sorella Venus in finale per quattro volte, nel 2002 (prima volta che due sorelle si affrontano in finale a Wimbledon dal 1884) nel 2003, nel 2008 e nel 2009. Il bilancio è di 3 vittorie a 1 per Serena.
Il più giovane di sempre (e il primo tennista tedesco) a vincere Wimbledon. Ha trionfato per la prima volta a 17 anni, confermandosi campione del torneo l'anno seguente. Il terzo e ultimo Wimbledon lo ha vinto nel 1989, disputando in tutto 7 finali.
Ha vinto 5 titoli consecutivi a Wimbledon. Iconica la finale del 1980 contro il suo rivale di sempre John McEnroe: lo svedese vince 3 set a 2 (1-6, 7-5, 6-3, 6(16)-7 , 8-6) mettendo la firma su un match mozzafiato e sul quinto titolo.
Primo britannico a vincere Wimbledon dopo 77 anni (nel 2012), Murray ha vissuto un rapporto speciale con il pubblico di casa, che lo ha sostenuto con entusiasmo in ogni edizione.
L'affetto se lo è guadagnato firmando un'impresa entrata nella storia del tennis e dello sport. Nel 2001, scivolato ormai oltre la 120esima posizione del ranking (a causa di guai fisici), diventa il primo tennista a conquistare Wimbledon grazie ad una Wild card.
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