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Dentro la sfida

Perugia-Arezzo, quella domenica di 50 anni fa e un processo: così nasce il derby nel calcio

L'Osservatorio la definisce una sfida ad alto rischio, eppure un tempo giocavano pure le amichevoli: storia di amici diventati nemici

Federico Sciurpa

22 Novembre 2024, 00:57

Perugia-Arezzo, uno

Liberi di non crederci ma la sfida “ad alto rischio” fra Perugia e Arezzo - come l’Osservatorio la bolla - mezzo secolo fa era una partita come le altre. Di più: una gara da organizzare in amichevole d’estate, a due passi da casa con tifosi al seguito (patatine e popcorn), prima dell’inizio della stagione.

Proprio come accadde al Santa Giuliana il 31 agosto del 1974 a un mese dall’avvio del campionato di serie B dove militavano entrambe. L’amichevole la vinse il Perugia 1-0 (gol di Raffaelli a 11 minuti dalla fine) ma l’Arezzo che è uno squadrone dato per favorito per la promozione in serie A, aveva scomodato solo le riserve. “L’ombra dell’inchiesta turba ancora il Perugia” scrissero le cronache dell’epoca.

Ancora: “Grifoni deconcentrati, Castagner preoccupato” con riferimenti al processo per illecito sportivo che doveva celebrarsi nove giorni dopo. Il Perugia, affidato al giovane esordiente Ilario ignaro di quale fosse il destino dei suoi, si era salvato all’ultima giornata: 2-0 a Parma. Un successo sospetto perché viene ritrovata una valigetta con due milioni dentro. Quei soldi, secondo l'accusa del giudice sportivo, erano serviti al Perugia per comprare la partita. Fra le testimonianze decisive per scagionare il Perugia c’è quella del giovane Luigi Montaini, compianto presidente amaranto, che dichiara di aver incontrato ad Arezzo quella domenica mattina colui che era accusato di essere l’emissario del Perugia per truccare la gara di Parma. Montaini smonta l’accusa citando circostanze e prove dell’incontro, per altro del tutto casuale: il presunto emissario era ad Arezzo, ergo non poteva essere a Parma per tentare di alterare il risultato della partita. Il Perugia (che diventerà dei miracoli) parte quindi in serie B (con la nuova dirigenza D’Attoma) categoria che fino alla fine ha temuto di non fare e compie una cavalcata fino alla storica promozione in serie A. L’Arezzo invece il campionato non solo non lo vince (era accreditato a farlo), ma retrocede dopo 6 stagioni in C1.

Ed è qui che si innesca una data che ha originato la rivalità calcistica, aspra e feroce, fra aretini e perugini. La data è quella dell’11 maggio 1975, giornata numero 32, stadio Santa Giuliana. Arezzo in vantaggio due volte e si va al riposo sul 2-1, Sollier pareggia a 15 dalla fine e la partita è avviata al punticino che accontenta entrambe le squadre. La gara è però dura, accesa, arriva il gol di Scarpa a una manciata di minuti dalla chiusura: 3-2 e ciao ciao “amici per sempre”. E’ da quel giorno che questa fra Perugia e Arezzo non è più una partita come le altre. E se lo sa l’Arezzo, qualcosa lo ricorda piuttosto bene anche il Perugia, sulla propria pelle.

Siamo ancora a Perugia, 11 anni dopo. Come quell’11 maggio 1975, sempre in serie B. E’ l’ultima di campionato, l’Arezzo è salvo, stavolta si gioca al Curi. E’ il 1986, 15 giugno e al Pian di Massiano piove. E’ il Perugia ad aver bisogno di una vittoria per salvarsi, invece Ugolotti e Facchini firmano il 2 a 0 amaranto e mandano di sotto il Grifo. La Lega fa il resto con la condanna del grifone in serie C2. Mezzo secolo di derby e si sente tutto, con una eccezione a confermare la regola della rivalità fra perugini e aretini: Serse Cosmi. L’uomo del fiume porta l’Arezzo - a cavallo di un secolo - dai dilettanti alle soglie della serie B prima di passare ad allenare il Perugia di Gaucci. E’ il perugino a cui ogni aretino di fede amaranto affiderebbe le chiavi di casa. “Ti odieranno come odiano tutti i perugini, sarà dura per te”, racconta Serse riferendo le parole della moglie alla chiamata della panchina dell’Arezzo. “Chi non salta perugino è.. alle prime partite lo cantavano solo per me”, ripensa. Il disprezzo per quello che diventerà (e rimarrà) un grande amore. A dispetto del derby. Amici, nemici.

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