Femminicidio Spoleto
Al lavoro aveva detto di avere qualche problema in famiglia, che dormiva poco da diverse settimane. Dopodiché, la scorsa settimana, aveva comunicato che avrebbe avuto bisogno di assentarsi per una trentina di giorni, poi però aveva cambiato idea e spiegato che di quel periodo di ferie non aveva più bisogno. E’ quello che emerge sugli ultimi movimenti di Nicola Gianluca Romita, 47 anni, in stato di fermo per l’omicidio volontario della moglie Laura Papadia, che avrebbe compiuto 37 anni a settembre se suo marito non l’avesse uccisa nell’appartamento di via Porta Fuga, nel cuore del centro storico di Spoleto, all’interno della loro camera da letto, dove è stata trovata morta sul pavimento alcune ore dopo.
Lui - nato a Milano - ha vissuto nelle Marche, ma anche in Emilia Romagna. Di mestiere fa l’agente di commercio, ma in passato avrebbe lavorato pure per aziende del comparto alimentare, almeno così raccontava. Poi nel 2023 è stato assunto da un’azienda agricola produttrice di vini dello Spoletino, dove fino a ieri si occupava delle vendite, sia per la grande distribuzione che per il settore della ristorazione o del commercio al dettaglio. A cosa sarebbero serviti i 30 giorni di ferie a Romita per ora non è chiaro, ma è certo che il 47enne era convinto di fermarsi col lavoro per circa un mese, tanto che aveva inizialmente restituito le chiavi della macchina aziendale e anche la tessera con cui faceva rifornimento di carburante.
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Altrettanto indecifrabili restano le ragioni per le quali il venditore di vini - in stato di fermo per l’omicidio della moglie - abbia poi deciso di fare dietrofront e continuare a lavorare regolarmente. Certo è, invece, che il 47enne martedì, quindi meno di 24 ore prima del delitto, aveva incontrato, per la cantina di cui era dipendente, il responsabile di una catena della grande distribuzione e, in base a quanto emerge, in azienda aveva poi riferito che l’incontro era andato a buon fine e il contratto sarebbe stato firmato nei giorni seguenti. In pochi conoscono Romita a Spoleto, qualche ristoratore, qualche commerciante, con cui aveva rapporti strettamente lavorativi, ovvero legati alla vendita del vino che gli proponeva e che loro acquistavano. In città dovrebbe essersi trasferito un paio di anni fa, anche se con una certa frequenza trascorreva alcuni giorni fuori Spoleto, complice probabilmente anche il fatto di avere avuto figli da una precedente relazione a quella con Papadia, la donna che ha confessato di aver ucciso.
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