Politica
Pasquali, Baldini e Bernardini
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La corsa al congresso regionale del Pd vede il primo confronto a distanza. Sandro Pasquali, Lodovico Baldini e Damiano Bernardini hanno presentato le proprie candidature rispettivamente al congresso regionale del Partito Democratico e ai provinciali di Perugia e Terni. Si tratta dei nomi della mozione di maggioranza, Passione Democratica, appoggiati dalla segreteria uscente. I tre chiedono “un partito generoso, aperto e che guarda avanti”.
“Dobbiamo proseguire il processo di rinnovamento avviato - ha detto Pasquali - reso possibile grazie a generosità e condivisione che ci hanno contraddistinto. D’altronde il Pd, con i propri sindaci, esprime la migliore classe dirigente che viene dal partito. Il lavoro di questi anni è stato determinante e oggi non possiamo permetterci di tornare indietro”. Pasquali ha proseguito ricordando come un Pd con slancio è capace di “rafforzare il governo della Regione Umbria, perché attraverso il governo passa la proposta”.
Nello stesso tempo è intervenuto l'avversario (politicamente parlando). Per Carlo Emanuele Trappolino, candidato della mozione Casa Democratica, il congresso va celebrato “dando voce a chi non ce l’ha, rappresentando anche gli ultimi, gli svantaggiati, gli emarginati. E aggiungo: preservando le istituzioni dal conflitto politico che l’elaborazione genera. Ecco perché, raggiunto da segnali preoccupanti in questo senso, auguro al Pd dell’Umbria di essere capace di distinguere, soprattutto in questa fase, i ruoli che è chiamato a interpretare e di saper ricondurre a regole il conflitto, pur necessario in un’ottica di costruzione e di arricchimento che viene dalla pluralità dei punti di vista”.
Per Trappolino serve avere la consapevolezza che “la vittoria in Umbria è frutto della politica del Pd, ma anche e soprattutto dell’impegno dei nostri militanti oltre che dell’intelligenza dell’elettorato di centrosinistra. Elettorato che riconosce quando si giocano partite decisive e sa organizzarsi. Siamo sinceri, questo elettorato è spesso più avanti del ceto politico che dovrebbe rappresentarlo. Ci sono tante risorse positive da incoraggiare nella nostra organizzazione: per questo dobbiamo dare all’Umbria un moderno Partito popolare. Moderno perché vuole andare oltre le vecchie forme. Popolare perché vuole dare il potere a chi non ce l’ha.”
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