Cronaca
L'operazione Sindoor lanciata da Nuova Delhi ha causato la morte di 26 civili (AP Photo/Muhammad Sajjad)
L’assessore regionale alla Pace, Fabio Barcaioli, ha annunciato l’intenzione di promuovere un incontro con le associazioni umbre che rappresentano i cittadini di origine indiana e pakistana. L’iniziativa nasce alla luce dell’escalation di tensioni tra India e Pakistan, due potenze nucleari da tempo al centro di uno dei conflitti più delicati e pericolosi a livello globale. “Preoccupato per la possibile evoluzione di un conflitto su larga scala tra due potenze nucleari”, Barcaioli ha ribadito l’importanza di costruire ponti di dialogo anche a livello locale, in una regione da sempre attenta alle tematiche della pace e della convivenza.
L’attenzione internazionale si è riaccesa in seguito all’operazione Sindoor lanciata da Nuova Delhi, che ha causato la morte di 26 civili in risposta all’attacco terroristico avvenuto a Pahalgam. Un’azione che ha acuito le tensioni e riportato in primo piano la storica contesa per il controllo del Kashmir, nodo irrisolto dal 1947, anno della partizione tra India e Pakistan. A peggiorare la situazione, nei giorni scorsi è arrivata la decisione del governo indiano di sospendere unilateralmente l’Indus Water Treaty, l’accordo che disciplina l’utilizzo delle risorse idriche tra i due Paesi. Una mossa considerata altamente provocatoria da Islamabad, dato che l’agricoltura pakistana dipende in larga parte da quelle risorse.
Il conflitto del Kashmir, che affonda le sue radici nella fine del dominio coloniale britannico e nella controversa gestione di una regione a maggioranza musulmana ma allora governata da un maharaja indù, ha generato negli anni tre guerre e innumerevoli episodi di violenza. Barcaioli ha voluto infine ricordare anche altre aree del mondo segnate dalla guerra: “L’Umbria non dimentica neanche il conflitto che sta insanguinando la Terra Santa dove tra Israele e la Palestina si consumano lutti e miserie a danno di civili, adulti e bambini. Sempre più si sente il bisogno – conclude Barcaioli – di una politica di pace e disarmo che ponga al centro la via diplomatica alla risoluzione delle controversie internazionali”.
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