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Minacce e insulti sessisti contro Proietti nella polemica sulle tasse: la governatrice denuncia tutti alla polizia postale e chiede i danni

La presidente della Regione annuncia le vie legali per la valanga di contumelie arrivata via social, nel mirino anche esponenti istituzionali, sindaci e parlamentari. I risarcimenti saranno devoluti in beneficenza

Alessandro Antonini

06 Aprile 2025, 19:54

Minacce e insulti sessisti contro Proietti nella polemica sulle tasse: la governatrice denuncia tutti alla polizia postale e chiede i danni

La presidente Proietti al megafono durante la manifestazione di protesta del centrodestra

Tasse e polemiche. Con la governatrice dell’Umbria, Stefania Proietti, che "ha deciso di adire le vie legali in seguito alla campagna di odio che si è scatenata contro di lei in queste settimane", fa sapere Palazzo Donini. Minacce e insulti anche a sfondo sessista sui social.

Lunedì 7 aprile Proietti presenta una denuncia alla polizia postale “contro coloro che in particolare sul web hanno lanciato accuse, minacce e ingiurie anche di natura sessista” contro la presidente “e contro l’istituzione che rappresenta”. Sempre ieri Proietti ha postato sui social tutti gli insulti e le minacce arrivate via social. Oltre alla denuncia penale la presidente ha intenzione di chiedere, appena saranno noti gli autori, risarcimenti danni “per tutelare la sua immagine, la sua reputazione e la sua onorabilità, e quella dell’ente che rappresenta”. Risarcimento danni che sarà devoluto in beneficenza. “Non è possibile - è scritto ancora nella nota - che il confronto politico si abbassi a questo livello, arrivando a manifestazioni di violenza verbale così inaudita. Questo comportamento alimenta un clima di odio che prescinde dalla dialectica politica, ad alimentarlo contribuiscono purtroppo anche espressioni pesanti pronunciate da rappresentanti di altre istituzioni come sindaci e parlamentari”.

La presidente fa sapere che “non si lascia intimidire da questi atteggiamenti e invita tutti ad abbassare i toni nel pieno rispetto di un democratico confronto politico”.

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