Il caso
Stefania Proietti interviene sulla manovra regionale
“La manovra appare inevitabile, ma sarà la più equa e leggera possibile”. La governatrice dell’Umbria, Stefania Proietti, insiste: ci sono 73 milioni che vanno trovati, altrimenti sarà commissariamento.
- Presidente, davvero non si può fare a meno di alzare le tasse? Eppure l’opposizione nega l’esistenza di un buco nella sanità... Si può finalmente fare chiarezza sui numeri, anche alla luce delle verifiche del Mef?
I conti sono presto fatti e sono quelli che anche il Mef ha certificato chiedendo all’Umbria una soluzione strutturale. Il disavanzo delle quattro aziende relativo al IV trimestre 2024 è stato di 243 milioni, a questa cifra vanno tolti i 153 milioni della gestione sanitaria accentrata. In una situazione di normalità, in cui tutto va bene, il fondo sanitario nazionale dovrebbe compensare interamente i servizi sanitari resi e quindi non ci dovrebbe essere disavanzo. Così è stato fino al 2019, poi si comincia a registrare un importante disavanzo che nel 2020 poteva essere imputabile al Covid ma che poi si è confermato, peggiorando, nel corso degli anni a seguire. A incidere in maniera significativa la mobilità passiva che dal 2019 comincia a registrare un trend negativo sino a raggiungere il record di meno 36 milioni nel 2024. Il risultato economico negativo di meno 90 milioni è stato il nostro punto di partenza. Abbiamo cercato tutte le poste di Bilancio possibili da poter considerare, nella piena correttezza dei principi contabili, da qui i quasi 23 milioni di payback farmaceutico e altri 33 di quota premiale. Alla fine parliamo di un disavanzo “incomprimibile” di 34 milioni cui vanno ad aggiungersene circa 39 di fondo di dotazione, una accantonamento simile al capitale sociale delle aziende per il quale il Mef aveva più volte richiamato la Regione Umbria a trovare le risorse. Anche se per questo fondo di dotazione abbiamo già chiesto una rateizzazione, che il Mef dovrebbe confermare a luglio, la copertura di 34 milioni ma anche del fondo va garantita subito.
- L’opposizione dice che queste cifre non tengono conto del payback dispositivi. Il centrodestra parla addirittura di 14 milioni in più
Il payback dispositivi è una posta che non può essere assolutamente considerata una entrata strutturale
Intanto parliamo di rimborsi del periodo 2015-2018 e visto che erano già a bilancio nel 2022 mi domando perché la precedente amministrazione non li abbia utilizzati. La verità è che dietro i payback dispositivi ci sono aziende che hanno presentato ricorsi su ricorsi e che rischiano di fallire se fossero costrette a pagare. Non si può far conto su questa risorsa, anche il Mef lo ha chiaramente detto.
- Sempre l’opposizione le contesta che le risorse che arriveranno dalla manovra non saranno utilizzate solo per la sanità. E’ giusto?
Le rispondo con un numero: 14 che sono i milioni del Fondo sanitario utilizzati per l’Arpa. Se adesso la Corte costituzionali dovesse dare ragione alla Corte dei conti , la Regione dovrebbe trovare a bilancio 14 milioni per pagarci l’Arpa che oggi è pagata con il fondo sanitario nazionale. Poi ci sono i tagli del Governo agli enti locali che per l’Umbria si traducono in quasi sei milioni in meno per il 2025 che diventano 40 nel triennio.
- Quindi si va avanti con la manovra? E’ davvero inevitabile un aumento delle tasse?
Il disavanzo sanitario per il 2024 è di 34 milioni che sommati al fondo di dotazione negativo delle aziende sanitarie, pari a 39 milioni di euro, portano a un fabbisogno complessivo di circa 73 milioni. I numeri sono questi. Il Mef pur sentendo è una rateizzazione ci diffida a trovare la copertura finanziaria. La diffida ci impone di intervenire subito o dal 1 maggio sarò nominata commissario ad acta e mi sarà comunque imposto di innalzare le aliquote. Entro il 15 aprile (termine ultimo per presentare una manovra finanziaria con legge Regionale e quindi con margini di manovra per salvaguardare le fasce più deboli) dovremmo presentare la nostra proposta, abbiamo già convocato i tavoli per rimettere in discussione le cifre. La manovra è inevitabile, ma sarà la più equa e leggera possibile. Abbiamo incontrato i sindacati, poi le parti datoriali, quindi gli amministratori... E comunque sarà una manovra mobile, che potrà essere rivista se interverranno fattori che lo consentiranno.
- E sulle liste di attesa che aveva promesso di azzerare nel giro di tre mesi?
In tre mesi abbiamo aperto 41 mila disponibilità. Negli ultimissimi giorni abbiamo siglato un accordo con cui aziende ospedaliere e Usl di riferimento opereranno in logica interaziendale ottimizzando l’utilizzo di sale operatorie, dispositivi, piattaforme ortopediche, oculistiche, chirurgiche per lavorare non in compartimenti stagni ma in maniera complementare. Così da riaprire +1 percorsi di tutela possibile e snellire il più possibile le liste di attesa avvalendoci dell’ottimizzazione delle nostre strutture, quindi a costo zero.
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