Politica
I parlamentari umbri con i sottosegretari del Mef
“Invitiamo la presidente Proietti a consultare il bilancio sanitario regionale con scrupolo e grande attenzione. Piuttosto che evocare una manovra 'salva-Umbria', che si tradurrebbe in un aumento delle tasse per i cittadini, basterebbe leggere i numeri di casa propria per apprendere che la Regione Umbria può contare su circa 40 milioni relativi al payback dei dispositivi medici. Sono risorse importanti, che possono essere utilizzate per ripianare i conti e rimettere in equilibrio il bilancio della sanità regionale senza ricorrere ad un aumento delle imposte”.
Così, in una nota, il coordinatore di Fratelli d'Italia Umbria Emanuele Prisco, il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi e il segretario della Lega Umbria, Riccardo Augusto Marchetti, che giovedì pomeriggio hanno incontrato i sottosegretari al ministero dell'Economia Lucia Albano, Sandra Savino e Federico Freni. “Il disavanzo confermato è pari a 34 milioni, mentre i 39 milioni del fondo di dotazione, in diminuzione già dal 2013, possono essere soggetti a un piano di rientro pluriennale che andrà concordato con il Ministero. Alla luce della riunione - concludono Prisco, Nevi e Marchetti - è evidente che l'Umbria non abbia alcun bisogno di una manovra lacrime e sangue che rischia solo di compromettere irrimediabilmente il futuro di famiglie e imprese. Forse, ma siamo pronti a farci smentire, il vero obiettivo della sinistra è un altro: eludere le roboanti promesse elettorali sulla sanità e fare cassa per altri scopi. Per fortuna li abbiamo smascherati, ora ritirino la manovra”.
Intanto i capigruppo di minoranza in consiglio evidenziano che, stando a quanto avvenuto in commissione “non esiste alcun report redatto da Kpmg, pertanto la manovra finanziaria varata dalla giunta sulla base del presunto documento prodotto dall’'ente certificatore di parte terza', risulta non avere alcun fondamento. È stato chiarito da Kpmg che allo stato attuale la società non ha consegnato alla Direzione Salute della Regione Umbria alcun report, se non un 'documento di lavoro in progress'”.
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