L'iniziativa
Letizia Pedetta e Gioia Fruttini
Ha aperto ormai da qualche mese e subito è diventato un punto di riferimento nel quartiere Pallotta a Perugia. Si sta parlando di Spazio Community Music, un nuovo centro culturale di circa 100 metri quadrati che punta a trasformare la prima periferia perugina in un luogo vivo e partecipato. Il progetto, promosso dall’associazione di promozione sociale Aps Spazio Community Music - già forte di circa 200 soci - nasce dall’idea della musicista e insegnante Gioia Fruttini, direttrice artistica del centro, con l’obiettivo di offrire opportunità creative e sociali ai giovani e, al tempo stesso, contribuire alla riqualificazione della zona.
A distinguere lo Spazio è la forte partecipazione giovanile: molte attività, dalla programmazione alle relazioni pubbliche, sono curate da ragazzi under 30, come Letizia Pedetta, studentessa di Medicina che segue immagine e comunicazione dell’associazione. Una scelta che riflette la visione di Fruttini, già impegnata in passato in progetti basati su socializzazione e scambio culturale: “Volevo dare continuità a quell’esperienza e accogliere i tanti giovani che cercavano un luogo dove far vivere i propri progetti artistici”, spiega.
La programmazione si muove su più livelli: musica classica, jam jazz, laboratori manuali, giochi da tavolo, serate dedicate alla letteratura e al disegno dal vero. Molti giovani artisti hanno già trovato casa nello Spazio, dalla cantautrice LEI (Luana Fusaro) al cantautore Simone Rocchi, dal Trio Calliope al Quartetto Gynaikos, fino al collettivo di elettronica e arti visive Factory. Qui il chitarrista jazz Simone Gubbiotti ha anche girato un documentario internazionale. E poi, fa sapere Fruttini - ci sono disegnatori come Ilaria Perino, ideatrice delle serate Scarabocchio o di lezioni di disegno dal vero con la modella, ma anche I letterati per Caso che girano nei locali portando la loro passione per la letteratura di vario ordine e genere; Elena Pompili appassionata di laboratori manuali. Non mancano performance di musicisti-amici come Francesco Vitillo, Enrico Bianchi, Sabina Belei.
Il risultato è una rete crescente di incontri, collaborazioni e amicizie che rafforza il legame tra il centro e il quartiere.
- Fruttini, all’interno c’è anche una sala di registrazione, come viene messa a disposizione dei musicisti, soprattutto dei più giovani?
La sala principale e quella prove sono gratuite per i tesserati che contribuiscono alle attività dell’associazione. Le sale sono attrezzate con pianoforte a coda e digitale, chitarre, basso, batteria, mixer e microfoni. La sala grande può essere richiesta anche per eventi privati, con il supporto dei giovani che animano il centro.
- Che tipo di programmazione immaginate per i prossimi mesi?
Il lunedì ospitiamo le Monday Sessions guidate dagli Hat & Beard, trasformando lo Spazio in un jazz club. Poi ci sono le Classic Sessions, lo Spazio Creativo dedicato a macramé, crochet, scacchi e altre attività manuali, oltre a brunch, aperitivi e ascolti da vinile o videoproiezioni. A fine novembre organizzeremo un Calaperifolk con musicisti di Tarantarci.
- Come intendete coinvolgere il quartiere e diventare un punto di riferimento stabile?
Sta già accadendo: collaboriamo con realtà vicine come Pop Up, partecipiamo a iniziative del territorio come il Festival T’Immagini e lavoriamo con l’Associazione del quartiere Pallotta. Inoltre stiamo avviando convenzioni con enti musicali e artistici per offrire opportunità continuative ai giovani.
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