Attualità
L'ospedale di Perugia
Una dozzina di senza fissa dimora che si accampano, di notte e di giorni, dentro l'ospedale Santa Maria della Misericordia, nelle sale d'attesa. La questione è stata sollevata in queste pagine nei mesi scorsi dal gruppo consiliare Fare Perugia - Forza Italia, attraverso una segnalazione inviata ad aprile dal capogruppo Augusto Peltristo. In questi giorni è arrivata una prima risposta ufficiale da parte della direzione regionale Salute, che conferma l’apertura di un confronto tra enti e istituzioni: un primo incontro preliminare si è già tenuto in questura, alla presenza dei soggetti competenti. Peltristo, che ha già investito della vicenda il prefetto, la presidente della Regione, la direttrice della Sanità regionale e l’assessore alle Politiche sociali del Comune, chiede un intervento risolutivo da parte dell’azienda ospedaliera. Obiettivo: garantire condizioni igienico-sanitarie adeguate all’interno delle strutture sanitarie e restituire le sale d’attesa alla loro funzione originaria.
“L’ospedale deve restare un luogo sicuro e decoroso, destinato esclusivamente a chi necessita di cure”, scrive Peltristo in una nota diffusa dal gruppo. Ma, aggiunge, è altrettanto indispensabile che le persone senza fissa dimora vengano “prese in carico dalle autorità competenti, nel rispetto della loro dignità e della salute pubblica”. Non è la prima volta che il fenomeno emerge. Perugia, come molte altre città, deve confrontarsi con una fascia di popolazione vulnerabile che spesso sfugge ai servizi sociali, o che non riesce ad accedere a strutture di accoglienza per mancanza di posti, rigidità regolamentari o situazioni personali complesse. In questo contesto, l’ospedale diventa, suo malgrado, un rifugio di emergenza.
Dal Comune e dalla Regione, al momento, non sono arrivati aggiornamenti pubblici su un eventuale piano di accoglienza. Intanto, Fare Perugia - Forza Italia annuncia che continuerà a seguire da vicino l’evolversi della situazione, auspicando “un coordinamento efficace tra istituzioni” e soluzioni che tengano insieme decoro, sicurezza e solidarietà
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