LA TRUFFA
Arresti domiciliari per una delle sedicenti cartomanti, finite in carcere la scorsa settimana nell’ambito di una maxi operazione eseguita da carabinieri e guardia di finanza. Lo ha deciso ieri il gip, Margherita Amodeo, accogliendo la richiesta avanzata dal suo avvocato, Antonio Cozza. Per gli altri tre destinatari delle misure cautelari invece - una donna è agli arresti domiciliari e una coppia è in carcere - il giudice non ha ancora adottato alcuna decisione. Per la 51enne tifernate in carcere e il suo compagno, un 47enne di origine napoletana, gli avvocati Francesco Falcinelli, Franco Libori e Diego Ruggeri hanno avanzato istanza di scarcerazione o di sostituzione con una misura meno afflittiva. Stessa istanza è stata avanzata anche dall’avvocato Simone Costanzi, che assiste la 55enne folignate ai domiciliari.
Intanto oggi inizieranno gli interrogatori preventivi per gli altri otto indagati per i quali il pm titolare del fascicolo, Gemma Miliani, ha chiesto l’arresto. Si tratta dei cosiddetti telefonisti della banda, anche loro, in ogni caso, accusati di associazione a delinquere, come i quattro che sono stati destinatari della misura cautelare e ritenuti i capi dell’organizzazione.
Secondo quanto ricostruito, i 12 indagati avrebbero dapprima “agganciato” i clienti nel corso della prima telefonata ricevuta al call center per poi farli transitare su chiamate al cellulare molto frequenti, nel corso delle quali venivano prospettate ai clienti problematiche per cui sarebbero serviti molti soldi: negatività, blocchi di persone vicine, malocchio. Tutte questioni che necessitavano di interventi da parte delle cartomanti. Nella presunta rete - portata a galla grazie agli accertamenti di carabinieri e guardia di finanza - sono cadute oltre 250 persone. Una di queste nel tempo ha consegnato alla banda 205 mila euro e un’altra, per pagare i debiti contratti con le cartomanti, è arrivata a vendersi casa. C’è anche chi ha aperto finanziamenti e ha chiesto soldi ai genitori. Un giro d’affari che secondo gli inquirenti superava i cinque milioni di euro tanto che il gip, accogliendo la richiesta avanzata dalla procura, ha disposto il sequestro di 5,5 milioni di euro tra beni mobili e immobili nelle disponibilità degli indagati e delle loro tre società.
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