PERUGIA
L'inchiesta sulla truffa delle cartomanti si allarga. La procura di Perugia ha chiesto l'arresto per altre 8 persone. Si tratta dei telefonisti del call center - con sede a Ponte San Giovanni - dove arrivavano richieste di persone fragili. Donne lasciate dai compagni, uomini traditi o rimasti soli. Persone con situazioni familiari o sentimentali precarie che contattavano il numero fisso. Per l'accusa, i cartomanti avrebbero in qualche modo "adescato" le loro vittime prospettando loro l'esistenza di "energie negative" e la necessità di rimuoverle, con diverse modalità, accomunate da un contatto più stretto e via cellulare, nella maggior parte dei casi, via Whatsapp. Quasi sempre i clienti non conoscevano nemmeno i nomi reali dei sedicenti cartomanti che avevano tutti "nomi d'arte": Ambra, Cristina, Cristal, Asia, Ginevra, Sharon, Idra, Zeus sono solo alcuni. Prospettavano a tutti più o meno sempre le stesse problematiche: il malocchio fatto da qualche parente o conoscente invidioso o cattivo, energia negativa la cui origine era non meglio specificata, blocchi - la cui natura era ignota - che impedivano alle persone di veder coronati i loro sogni d'amore, nodi - spesso causati da altri - che rendevano difficoltosi l'avverarsi dei desideri.
Per ogni "problematica" prospettata, legata a seconda delle necessità al mancato ritorno di un amore, o alla mancata "conquista" di un altro, la soluzione, con un ventaglio ampio di sfumature che andavano dalle procedure di purificazione con delle candele ai viaggi in Africa per fare dei riti con delle maghe locali, era sempre la stessa: versare un fiume di soldi.
Una cliente che poi ha sporto denuncia ha raccontato di avere sborsato migliaia di euro per pagare il viaggio in Africa a Ginevra: le aveva detto che sarebbe andata a pregare in un luogo specifico, insieme a una cartomante brasiliana e a un'altra spagnola e insieme avrebbero sotterrato delle ampolle contenenti i blocchi. C'erano poi riti magici da fare in determinati momenti, come le procedure da fare solo di notte e solo durante le notti di luna piena. Molto spesso in queste "procedure di purificazione" venivano usate quelle che gli indagati chiamavano "le candele del destino".
Andavano bruciate, e a seconda di quanto impiegavano, veniva calcolata una tariffa. Agli atti ci sono conversazioni illuminanti per comprendere il tenore di quanto contestato. Uno degli indagati - nome d'arte Zeus - diceva a una cliente: "Lei è una donna cattiva, non la possiamo ammazzare ma possiamo proteggerci da lei con un talismano. Ma per fermarla servono soldi". E ancora: la cartomante, nome d'arte Zaira, racconta che "le candele sono costose perché vengono da fuori ma sono necessarie perché lui è una vittima di una lavorazione esoterica a sfondo sessuale". L'indagata spiegava che "il rito deve essere ripetuto in due lune e costa 800 euro", ma pagato in comode rate.
Con i clienti non erano sempre rose e fiori: "Ho chiappato un cliente di Gloria - diceva un'altra maga - e gli ho dato una batostata, l'ho messo in riga". Del resto anche una delle vittime, nella denuncia spiega: "Il tutto è durato due anni, poi ero in forte difficoltà economica e ho deciso di mettere fine a tutto. Dopo che lo comunicai a Iris mi disse che non potevo smettere di fare i bonifici perché loro avevano i miei dati, compreso l'indirizzo di casa. Non mi lasciai intimidire da quella minaccia". Secondo la procura, i dodici indagati, fanno tutti parte di un'associazione ancora attiva e ben strutturata. "Quell'affare della cometa del diavolo - diceva Cristal a un'altra indagata - me so inventata che vanno in lavorazione tutti e vanno protetti tutti i lavori perché la cometa del diavolo rafforza il negativo e distrugge il positivo, quindi devono fare un inverter, giovedì ce la studiamo". Neanche a dirlo, pagando.
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