Arte in città
Fabrizio Ricci e Stefania Marcagnani
C’è musica, gente, vetrine illuminate dove si scorgono dall’esterno tele d’artista. C’è aria metropolitana in un luogo insolito di Perugia, via Pellas, nei pressi della stazione Sant’Anna. In quelle stanze anticamente sorgeva un laboratorio tessile e a pochi passi oggi ci sono ancora una vetraria e la Casa del Ciclo. Qui è nato Due – Spazio del Contemporaneo, molto più di una semplice galleria. È un luogo d’incontro, sperimentazione e confronto. Tra l’altro, accanto c’è un interessante laboratorio di giovani artisti, Ma Project. Insomma la prima impressione è quella che quell’area della città si stia trasformando in un polo creativo dopo decenni di anonimato.
Il progetto di Due - Spazio del contemporaneo nasce dal lavoro di Stefania Marcagnani e di Fabrizio Ricci, marito e moglie, accanto a loro collabora Anna Ricci, storica dell’arte. “Trecento metri quadrati per dare risposta a un desiderio profondo di fare posto a tutto ciò di arte fatica a entrare nei circuiti ufficiali”, introduce Marcagnani. “Non è solo una nostra idea – prosegue – è qualcosa che è cresciuto a partire da una visione condivisa. Due è il nostro secondo spazio di proposta, dopo la Galleria Imago in corso Cavour, ma volevamo che ciascuno avesse un’identità propria”.
Più che un luogo espositivo canonico, Due si propone come una piattaforma informale in cui l’arte si intreccia alla vita ai racconti personali, al piacere di condividere tempo e idee.
“C’è una dimensione affettiva – continua Marcagnani- che nasce anche dal periodo vissuto in questi anni passati, dalla pandemia, tra chiamate e conversazioni a distanza, è emersa allora la voglia di costruire qualcosa di vero, in presenza. Da lì abbiamo cominciato a pensare a questo spazio, poi l’idea è maturata trovando anche i luoghi adatti”.
L’apertura ufficiale si è tenuta qualche settimana fa, ma giovedì scorso è stata la volta di una nuova iniziativa dal titolo Concerto, che ha visto l’esibizione dal vivo di due giovani musicisti, Manrico Marcagnani alle tastiere e Giacomo Laureti al contrabbasso. Al centro, l’apertura di una mostra collettiva che riunisce artisti legati a Imago, una decina in tutto per una trentina di creazioni che seguono stili e elaborazioni differenti, dando un panorama significativa di una scena contemporanea vivace: dai sedimenti naturali di Fabrizio Ghezzi al cemento di Elia Alunni Tullini; alle tele realizzate con acrilici e bitume di Kristina Milakovic alle serigrafie di Giuseppe Chiari. Spiccano, poi, gli uccelli, Rebirth, di Valeria Patrizi realizzati con matite e inchiostro su tela invecchiata con il caffè. Tanto per citarne alcuni.
Marcagnai , comunque, ci tiene a precisare che Due non nasce come una semplice estensione di Imago, ma ne raccoglie lo spirito sperimentale, portandolo in una nuova direzione.
“Per noi questo non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza. È un luogo dove possiamo ritrovarci, sperimentare, e soprattutto non perdere il senso del fare insieme”, ribadisce.
Tra note, luci, bollicine e opere d’arte, la serata è stata un piccolo manifesto: un po’ mostra, un po’ musica, un po’ festa.
“Finalmente – dice Stefania – è di nuovo possibile vedersi davvero.
Due – Spazio del Contemporaneo si propone così come un segnale nuovo nel panorama culturale perugino, capace di unire ricerca artistica e spontaneità, sguardo critico e calore umano. Un luogo da vivere, prima ancora che da visitare. Occhio, dunque, al calendario di appuntamenti.
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