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Non la vogliono chiamare “vertenza”. Ma di certo il tavolo di confronto chiesto dalla Regione Umbria e dalle altre consorelle dell’Italia mediana (locuzione tornata in auge) al governo sul caos trasporti non sarà una riunione conviviale.
“Siamo costernati, siamo in ginocchio. La situazione è più che preoccupante. L’Umbria è l’ultima regione d’Italia per quanto riguarda la mobilità e quello che sta accadendo ora è inconcepibile”: le parole sono della governatrice Stefania Proietti, di solito parca di aggettivi e termini trancianti.
Ma la situazione è grave, davvero.
Lo stop ad agosto dell’approdo e dalla partenza da Roma Termini (sarà sostituita da Tiburtina, disagio non indifferente) causa lavori programmati per il Pnrr, i cantieri sulla Terni-Foligno, i ritardi e i cambi di orario giornalieri già presenti si sommano alla previsione secondo cui dal 1 gennaio 2026, con anticipazioni già da dicembre, tutti i 40 treni umbri da e per Roma andranno in linea lenta. Per sempre. Cosa che per l’appunto accade in parte anche ora ma senza sistematicità.
Delibera contestata
Galeotta la delibera Art (Agenzia di regolazione dei trasporti) per cui tutti i convogli che vanno più lenti di 200 km orari verranno estromessi dalla linea direttissima. Delibera (la 178 del 2024) che l’assessore regionale ai Trasporti, Francesco De Rebotti, sventola in aria e definisce paradossale, non tanto sul fronte tecnico. “Rischiamo di veder confinati sulla linea lenta i nostri mezzi - spiega nella conferenza stampa con Stefania Proietti al salone d’Onore di Palazzo Donini - prima dell’arrivo dei 12 nuovi treni elettrici dal costo di 175 milioni, in cui la Regione ha messo di suo 50 milioni, una penalizzazione che si somma a penalizzazione”. Che riguarda sì l’Umbria ma tutto il centro Italia. Le problematiche che affrontano passeggeri e pendolari sulla Orvieto-Orte-Roma e sulla Falconara-Roma interessano allo stesso modo Umbria, Toscana, Lazio e Marche. Tutto il centro Italia. “Per questo ho voluto prima di tutto creare un raccordo fra tutte le regioni centrali prima di sedermi a qualsiasi tavolo - ha insistito De Rebotti - Trenitalia, Rfi, il governo e il Ministero dei Trasporti devono intervenire di fronte a scelte che sono sì tecniche e ma anche politiche”. L’obiettivo primario è far scattare gli effetti della delibera eventualmente dopo l’entrata in funzione di tutti i 12 treni veloci, prevista entro il 2026. I contratti di servizio sono diventati carta straccia, con una serie di disservizi che riguardano in parte l’approdo capitolino del mattino ma soprattutto il ritorno il pomeriggio, dove c’è un solo regionale (il 4106 delle 17.20 verso Firenze) con tempi incerti e un evidente problema di sovraffollamento. L’altro è un intercity, costa più ed è stato collocato sulla linea lenta. “Come in tutti i contratti ci sono ristori per i problemi di cui è responsabile l’ente che eroga il servizio, non la Regione o i pendolari. Vogliamo risposte riacquisendo la certezza del servizio. E pretendiamo misure di sostegno economico e compensazione degli utenti soprattutto durante i lavori ad agosto. Servono rimborsi o sconti come previsto dalla carta dei servizi. I pendolari non sono numeri ma persone con nome e cognome. Intanto proponiamo il 20 per cento di sconto per il periodo in questione per tutti pendolari umbri - stimati in 20 mila - che equivarrebbe a 500 mila euro di investimento. Come Regione Umbria siamo pronti a compartecipare alla spesa, anche se spetterebbe tutto a chi offre il servizio e incassa gli introiti di abbonamenti e biglietti”.
In aggiunta vengono chiesti rimborsi e anche la possibilità, per il periodo dei lavori, di poter accedere con lo stesso titolo a regionali, intercity e frecce. Proposte già avanzate e rispedite al mittente.
Isolamento atavico
Proietti ha allargato il raggio ribadendo che sul fronte trasporti la regione sconta un isolamento ultradecennale e in passato - recente e meno recente - su cui “non è stato fatto niente”. Cita anche la E45 definita “strada ostaggio” dato che i lavori vanno avanti dal 2016 senza soluzione di continuità. C’è l’aeroporto, bene, ma non risolve il problema dei 20 mila pendolari. E allora sarà battaglia. Con Proietti all’attacco. “L’Umbria – ha rincarato la presidente Stefania Proietti – rappresenta il cuore dell’Italia mediana che inizierà a battersi in modo determinato per difendere il suo diritto alla mobilità ferroviaria. Tenendo anche conto che possiamo vantare il credito rappresentato dal fatto che in tutte le classifiche nazionali ed europee siamo considerati fanalino di coda nel settore dei trasporti ferroviari e che vogliamo rompere questo isolamento. Specialmente nel corso di quest’anno, per il quale siamo stati riconosciuti dal commissario straordinario per gli eventi giubilari del 2025 seconda maggiore destinazione dopo Roma, è inconcepibile rischiare di rimanere quasi tagliati fuori da lavori programmati sulle linee che durano da tempo e che per oltre un mese, tra agosto e settembre, creeranno disagi ancora più gravi di quelli attuali”. L’Umbria è pronta a mettere anche un milione dei 3,5 ricevuto proprio per il Giubileo.
Tutte le richieste
Ma prima ci sono le richieste. Eccole, in fila.
In primis un’azione strategica contro la delibera Art 178 e le sue anticipazioni. Secondo, gestione dell'emergenza estiva a tutela dei pendolari. Rivedere la programmazione dei servizi per il mese di agosto, con l'obiettivo di salvaguardare i treni nelle fasce orarie più critiche per i pendolari, garantendo l'instradamento sulla linea veloce dei treni del primo mattino verso Roma e di quelli per il rientro serale, come il treno Intercity 598 serale da Roma, anche a costo di riprogrammare o sopprimere alcune corse in orari a bassa frequentazione. Priorità assoluta a chi si sposta per lavoro e per studio.
Arriviamo al cuore. “Misure di sostegno economico e compensazione per gli utenti Volontà di attivare, con fondi del bilancio regionale, importanti agevolazioni tariffarie e una scontistica significativa sull'acquisto degli abbonamenti per gli utenti interessati. Allo stesso tempo viene sollecitata Trenitalia a valutare forme di compensazione diretta per gli abbonati, come previsto dalla normativa, e la possibilità di utilizzo del medesimo titolo di viaggio per utilizzare treni diversi in caso di disservizi e ritardi”, sintetizza la Regione.
Per ultimo ma non ultimo “difesa e ripristino dei servizi di collegamento esistenti”. Si chiede che l’agevolazione regionale Carta tutto treno Umbria “venga resa valida anche per il nuovo servizio Frecciargento Ancona-Roma”. E la Medietruria? Al momento può attendere, non è la priorità. E anche questa andrà affrontata su un tavolo interregionale.
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