PERUGIA
Non era per nulla scontato che Volo sull’oceano (1929) di Gerardo Dottori, in asta mercoledì 2 luglio a Milano da Cambi, potesse essere venduto, tanto meno che superasse la valutazione massima, considerati anche i diritti che chi se l’è aggiudicato deve versare alla casa d’aste. Alla fine quasi mezzo miliardo delle vecchie lire: 200 mila euro più 48 mila di spese.
Le sessioni d’asta più importanti si svolgono solitamente in autunno e l’attuale condizione del mercato dell’arte non è delle più felici, senza dimenticare che del Futurismo, per mesi, si è parlato molto, ma quasi sempre male. Tutti elementi che inducevano a dubitare dell’esito positivo per Dottori dell’asta milanese.
C’è però da dire che quello del futurista umbro in vendita era un capolavoro di primo piano di Aeropittura (della quale specificazione futurista il Nostro è considerato il maestro) per datazione, dimensioni, qualità, mai comparso in un’asta pubblica. Ancora, se le recensioni della mostra alla Gnamc sono state praticamente tutte negative, Dottori è stato presente con una quindicina di opere e una messe di documenti d’archivio che ne testimoniano il ruolo svolto nel Movimento marinettiano. Infine, Cambi ha realizzato un’ampia attività promozionale a partire dall’inserimento in copertina, inserzioni sulla grande stampa ed un bel filmato che riprende ampiamente i contenuti da me espressi e pubblicati su queste colonne. Quattro sono stati i “concorrenti” che hanno rilanciato offerte da 150.000 fino a 200.000 euro cifra mai raggiunta da Dottori (130.000 anni fa): due al telefono e altrettanti con offerte on line.
Ovviamente, non si sa chi se l’è aggiudicato (che alla fine, spese comprese, ha sborsato 248 mila euro), ma di certo è un privato e l’opera rimarrà in Italia. Se il mercato del nostro futurista va a gonfie vele, miglior sorte non si registra per la Raccolta Dottori di Palazzo Penna del Comune di Perugia, che da una ventina d’anni l’Archivio Dottori e io personalmente curiamo a titolo gratuito con allestimenti e iniziative per tenere viva l’opera e l’immagine dottoriana. Nel passato, riuscii a sdoganare i quadri donati dall’oscuramento, poi a fargli erigere un sepolcro al cimitero e quindi intestargli una via importante in periferia e pubblicato il catalogo generale della sua opera e assicurato la sua presenza in tutto il mondo (New York, Londra, Minsk, Tokio…); poi, negli ultimi anni, anche, ma non solo, a causa del covid, silenzio assoluto sul suo futuro e iniziative da fare, nonostante non siano mancate le nostre proposte. A questo punto, dopo una lunga lettera al Comune inevasa, ho scritto proprio oggi (ieri, ndr) personalmente alla sindaca Vittoria Ferdinandi una pec nella quale chiedo un incontro chiarificatore, ritenendola, a questo punto, l’unica interlocutrice con la quale discutere. Sono (siamo) in cortese attesa.
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