Umbria
Il nostro futurista Gerardo Dottori, scomparso quasi mezzo secolo fa, ormai storicizzato a livello internazionale come uno dei massini protagonisti del Futurismo e Maestro dell’Aeropittura, evoluzione del Movimento marinettiano della metà degli anni Venti del ‘900, secolo che lo vide fra i protagonisti dell’arte in Italia, anche al di là del Futurismo, come affermò più volte Enrico Crispolti, lo storico dell’arte e critico, una delle voci più significativo della critica dell’arte moderna e contemporanea.
Una ventina di sue opere sono reduci dall’imponente (almeno per numero), mostra alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, insieme a una messe di documenti d’archivio che testimoniano i fecondi rapporti con i grandi del Futurismo. Da sempre presente in aste pubbliche in Italia e all’estero (ben 350 le opere battute) con quotazioni importanti (dal 2000 al 2025 l’indice è salito da 100 a 177), un suo capolavoro sarà posto all’incanto a Milano, alla Casa d’aste Cambi, una delle più significative in Italia, che l’1 luglio alle 16 batterà Volo sull’oceano, un olio su tela di centimetri 155 x 170 del 1929, esaltazione cromaticamente strepitosa, lirica, quanto esasperata di una trasvolata atlantica. Una visione dall’alto e in alto, dilatata, senza confini, in una mirabile sintesi di proiezioni luminose, tempesta e arcobaleno, da considerare una delle opere più significative dottoriane degli anni Venti e Trenta.
Il dipinto ha un curriculum di mostre importante: Roma nel 1931, Zurigo 1950, Roma 1970, Spoleto-Festival dei Due Mondi nel 1989, recentemente Parma Labirinto di Franco Maria Ricci, e ultimamente Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria.
La grande tela è stimata 150/200.000 euro, ma è atteso un superamento significativo della quotazione.
In effetti, pur avendo il futurista più volte superata i 100 e nel 2010 il record di 130.000 euro, un dipinto così importante per datazione, soggetto e dimensioni non era mai stato posto all’incanto, da qui l’aspettativa. Certo, dovrebbe finire in un museo pubblico o nella raccolta di una Fondazione (la Fondazione Perugia ha una cospicua collezione di Dottori e anche la Wolfson di Miami-Genova ne possiede alcuni). L’opera era originariamente di un mecenate del futurista perugino, il famoso avvocato Cimino che a Roma gli fece realizzare anche una sala da pranzo esposta al Guggenheim nel 2014.
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