Perugia
“Qui è nato il Bacio Perugina” dice Eugenio Guarducci, ma non è vero. O forse sì perché lì, in via Alessi, negli scantinati di palazzo Ansidei Luisa e Annibale Spagnoli hanno aperto il loro laboratorio di confetteria rilevata da Corelli, prodromo di quella che sarebbe poi diventata l’azienda cioccolateria più nota in Italia soprattutto per quel cioccolatino con la nocciola intera, il cartiglio interno e la stagnola d’argento con le stelline blu.
Si chiamerà Lab, iniziali di Luisa e Annibale uniti nella loro prima Base. Entrando ci si rende conto come si lavorasse ai primi del Novecento (lì i coniugi Spagnoli hanno prodotto confetti per 7 anni dal 1907 al 1914) su tavoli di pietra, con i fili della luce scoperti e i soffitti a botte di mattoni ricoperti di calce bianca disinfettante con appese staffe di sostegno in ferro.
Il progetto di recupero è piaciuto subito a Nicoletta Spagnoli e a suo figlio Nicola Barbarani.
“Quando gliel’ho prospettato” ha raccontato Guarducci nel corso dell’incontro di presentazione del progetto “dopo un secondo di silenzio Nicoletta ha guardato il figlio e ha detto ‘Lo facciamo’ e Nicola a sua volta ha risposto ‘Si, lo facciamo’. Null’altro”.
“Come discendenti della famiglia Spagnoli” ha precisato Nicoletta presente accanto alla sindaca Ferdinandi, alla famiglia Guarducci quasi al completo (le nipoti Alessia e Barbara lavorano all’interno di Destinazione Cioccolato srl), al presidente della Camera di Commercio Mencaroni “non potevamo tirarci indietro. E’ qui in fondo che è nata la Perugina e l’azienda Spagnoli. Questo locale fa parte della storia che ha segnato la nostra città. Non dobbiamo essere solo custodi della memoria ma anche trasmettere i valori di chi ha contribuito a farla crescere intrecciando cultura ed economia”.
Ma la mente vulcanica di Guarducci non si è fermata ovviamente dentro quel magazzino sotto terra pieno solo di storia e di umidità. E’ andato oltre, per cui ha contrattato con il proprietario Reginaldo Ansidei anche l’affitto (8 anni più 8) dell’ex ristorante Il Paiolo che è in via Angusta, confinante con l’ex laboratorio degli Spagnoli e arriva fino all’ingresso del parcheggio del Mercato Coperto futura Città del Cioccolato. In pratica casa e bottega. In quei 300 m.q. si faranno delle masterclass, delle degustazioni guidate, la cerimonia del cacao, la presentazione di libri, conferenze, progetti di inclusione sociale per persone disabili e anche un piccolo laboratorio di cioccolateria e pasticceria. Alla didattica ci penserà un esperto come Roberto Caraceni, uno dei più grandi esperti di cacao italiani nonché collezionista di oggetti antichi legati al Cibo degli Dei.
“Avevamo bisogno di spazi adeguati e non distanti per una serie di appuntamenti” ha confermato Vasco Gargaglia, amministratore delegato di Destinazione Cioccolato “e quando è capitata questa occasione l’intervento di Nicoletta e Nicola Spagnoli ci ha permesso di non lasciarcela sfuggire”.
Ad occuparsi dei lavori sarà l’Abacus, azienda in questo momento sulla cresta dell’onda con i lavori di ristrutturazione del Colosseo, del nostro Turreno, del Metrobus e del Teatro La Pergola di Firenze. “In questo ex laboratorio faremo solo un intervento molto conservativo” ha precisato il direttore tecnico Maurizio Serafini “metteremo a posto solo il necessario”.
A benedire il nuovo progetto con voce aggraziata e mano leggera la sindaca Ferdinandi: “E’ un dovere politico ringraziare chi investe, con coraggio ed audacia, nel territorio” ha detto rivolgendosi agli Spagnoli e a Eugenio Guarducci. “In questo modo non solo si riscoprirà il valore di un luogo storico ma si terrà alta la memoria di una città straordinaria anche in ambito imprenditoriale, con un’impresa che non solo è cresciuta dal punto di vista industriale ma anche con il valore aggiunto di impegno civile, come il fatto per esempio dell’inserimento nella fabbrica dell’asilo per i bimbi dei dipendenti”.
Prima di distribuire a tutti i presenti un pezzetto del grande uovo di cioccolato che, preso a martellate da Nicoletta Spagnoli e dalla sindaca di Perugia, ha rivelato al suo interno, come sorpresa, due statuine bianche in plastica realizzate con la stampante 3D raffiguranti Luisa e Annibale (la fantasia di Guarducci non accenna ad andare in letargo) che hanno strappato applausi ai presenti e parecchi scatti ai fotografi.
In finale d’incontro il patron di Eurochocolate ha lanciato un appello alla Nestlè-Perugina dove da 22 anni c’è un accurato Museo storico del cioccolato, quello di lavorare insieme in futuro in modo da realizzare un percorso comune tale da permettere alle due strutture di procedere insieme in armonia nel racconto di quello che è il marchio identitario della città di Perugia . Immediata la replica di Cristina Mencaroni responsabile del Museo di San Sisto. “Noi ci saremo anche perché sono due cose diverse: la Casa del Cioccolato racconterà la storia del cioccolato , noi invece raccontiamo la storia commerciale di un’azienda del cioccolato. Faremo in modo che ci sia tra noi un dialogo costante”.
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