Attualità
Laura Santi
Laura Santi denuncia per la seconda volta la Usl Umbria 1. La perugina affetta da sclerosi multipla aveva chiesto all'azienda sanitaria si essere sottoposta alle verifiche per l'accesso alla morte assistita (previste dalla sentenza costituzionale 242 del 2019). Sono trascorsi 5 mesi da quando, a seguito di un forte peggioramento "che procede e non si arresta", la 49enne ha chiesto una rivalutazione delle proprie condizioni senza ricevere risposte né alcun tipo di riscontro (neppure sulle ragioni del ritardo) nonostante due diffide.
Una seconda denuncia per omissione di atti d’ufficio e violenza privata. L'azienda sanitaria era stata condannata, dal Tribunale di Perugia a fornire una relazione medica completa, comprensiva del parere del comitato etico. La valutazione della commissione era stata negativa. Secondo i medici, Laura Santi, "pur possedendo tutti gli altri requisiti previsti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, non era tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale". All’inizio del 2024 però Laura Santi ha avuto un forte peggioramento delle proprie condizioni, tanto da essere oggi costretta a un cateterismo di svuotamento e a irrigazioni transanali quotidiane che le consentano di svuotare l’intestino. Motivo per cui la commissione medica, lo scorso 10 maggio, ha proceduto a una nuova verifica. A giugno 2024, nell’ambito del procedimento in Corte costituzionale, Laura Santi è stata ammessa - come interveniente . nel giudizio a seguito del quale la sentenza 135/2024 ha menzionato esplicitamente trattamenti di sostegno vitale come cateterismo e svuotamento intestinale.
Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del team legale di Laura Santi, ha dichiarato: “Riteniamo che 5 mesi di attesa per una comunicazione ufficiale da parte dell’azienda sanitaria, che attesti l’esito delle verifiche in particolare in relazione alla sussistenza del trattamento di sostegno vitale e delle modalità per procedere con la morte volontaria assistita, sia assolutamente inaccettabile. Questo non solo perché la legge penale punisce omissioni e ritardi non giustificabili, ma soprattutto in considerazione delle condizioni di sofferenza intollerabile già certificate dalla stessa azienda sanitaria. Nei confronti di Laura Santi la condotta omissiva dell’azienda sanitaria, come confermato dalla giurisprudenza, integra non solo il reato di omissione di atti d’ufficio, ma rappresenta anche la modalità con cui l’azienda sanitaria sta di fatto costringendo Laura Santi a subire trattamenti contro la sua volontà, condotta idonea, a nostro avviso, a integrare anche il il reato di violenza privata. Laura, infatti, con questa attesa è sottoposta a trattamenti terapeutici necessari ma che la stessa intende rifiutare”.
Laura Santi ha aggiunto: “Aspetto da 5 mesi il parere di una commissione medica che ora pare abbia colto le indicazioni della sentenza 135 della Consulta. Questa attesa è un atto di violenza - e di indifferenza - verso una persona che ogni giorno sente peggiorare le sue condizioni. Per questo ho deciso di denunciare di nuovo la ASL per violenza privata e omissione di atti d’ufficio. Dopo 5 mesi scopro dai media che la commissione medica avrebbe dato parere positivo, mentre il comitato etico non decide. Che paura avete? Alla politica nazionale e alle istituzioni locali vorrei dire che non potrete più voltarvi dall’altra parte, questo tema vi si rovescerà addosso”.
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