Sabato 06 Settembre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

LIVE

logo radio

Il caso Laura Santi: ma i nostri politici dove sono?

Redazione Web

15 Dicembre 2023, 17:26

Il caso Laura Santi: ma i nostri politici dove sono?
E' stato deciso che io debba continuare a vivere senza avere la libertà di scelta di porre fine o meno un giorno alle mie sofferenze. Ne prendo atto e va bene così. Con una sclerosi multipla progressiva e avanzata come la mia però, ci si sente un po' più soli e un po' più in trappola. Posso dire una cosa che mi renderà impopolare agli attivisti della mia associazione, l'Associazione Luca Coscioni di cui sono consigliera generale? Io, in fondo in fondo, quei medici li posso capire. Parlo di quei medici che in commissione medica mi hanno valutato sì dipendente h24 dalle mani altrui, ma non dipendente da "trattamenti di sostegno vitale" intesi come macchinari o terapie salvavita (andatevi a leggere i quattro criteri necessari per poter accedere al suicidio assistito in Italia secondo la sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale). Ci vuole coraggio per andare oltre il dettato costituzionale. La commissione medica del Friuli Venezia Giulia, in particolare dell'Asugi che aveva valutato Anna, 55 anni con sclerosi multipla progressiva come me, forse ha avuto più coraggio, forse è stata più evoluta nella sua visione valutando che senza l'assistenza di altre mani e altri corpi Anna sarebbe morta, neanche si sarebbe alzata dal letto: stesse condizioni mie! Non mi permetto di dare giudizi. In ogni caso, Anna ha potuto scegliere e ha pigiato quel pulsante. E un fatto: oggi fare richiesta di suicidio assistito in Umbria anziché in Friuli anziché in Piemonte o dove vi pare, porta a esiti diversi anche nelle medesime condizioni. Se ti capita bene, puoi morire, se ti capita male in un'altra regione, con la stessa malattia e le stesse caratteristiche non puoi morire. Riuscite a capire che aberrazione? Dunque oggi è stato deciso che io non possa avere questa libertà. Devo per forza continuare a vivere. E lo farò. Continuerò però anche a combattere, e questo non mi si può negare. Vorrei combattere anche uscendo dall'ombelico pur doloroso della mia vicenda personale, lanciando un appello e un interrogativo: perché la politica umbra non si occupa né si è mai occupata del tema del fine vita? In tutte le regioni di Italia stanno arrivando leggi di iniziativa popolare promosse dagli attivisti dell'associazione Coscioni. Non è facile, ma pressoché in ogni regione dello stivale la questione del fine vita arriverà, o è già arrivata, all'assemblea regionale. Naturalmente non si esce dal dettato costituzionale: si punta a garantire tempi e risposte certe ai malati che ne facciano domanda. Io potevo aspettare. Ma chi non può aspettare? Quei malati per cui ogni ora si consuma in una tortura? Ora io continuerò a combattere per far capire che i miei sono trattamenti di sostegno vitale belli e buoni, perché senza quelle mani e quei corpi altrui io non mi alzerei dal letto neanche. Quanto ci vuole a morire di sete e di fame in un letto? Immaginatevi uno scenario fantascientifico dove Stefano mio marito e le assistenti mi abbandonano: quanto ci vuole per morire? La prima cosa che arriva è la sete. Lasciando perdere i dolori gli spasmi e gli escrementi. Sono o non sono, quelle mani, trattamenti di sostegno vitale? Ma torniamo al discorso politico. Politici umbri, dove siete? La questione del fine vita è percepita dagli elettori trasversalmente, lo dicono tutti i sondaggi e personalmente conosco una miriade di persone credenti o conservatrici che sono a favore. Perché, allora, la questione non si discute? Mi si dirà che la nostra assemblea regionale è di maggioranza centrodestra. Avete presente Luca Zaia governatore del Veneto e la sua battaglia per il fine vita? Abbiamo anche un'opposizione: l'unica proposta di legge a firma Fabio Paparelli del PD risale al novembre 2022. È rimasta lettera morta. Perché? Perché si ha così paura di parlare di fine vita, quando il tema riguarda letteralmente tutti? Perché ci sono altre priorità? Ci saranno sempre, altre priorità! Questa si chiama complessità, e di chi è il compito di governare la complessità, se non della politica? Il mio caso ha popolato tutti i media da molti mesi a questa parte. È stato fatto qualche intervento? C'è stata qualche discussione in assemblea? Forse me li sono persi io... Ma perché non approfittate di questo momento per portare alla luce un tema che vi metterebbe alla pari delle altre regioni italiane, quanto a rispetto delle libertà e dei diritti civili? (CORRIERE DELL'UMBRIA)
Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie