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La polemica

Amelia, la vincita diventa un caso politico. L'opposizione contro il tabaccaio e consigliere comunale Dino Settimi

Ha pubblicato un post sui social e la minoranza di centrosinistra l'ha accusato: "Così incita alla ludopatia"

23 Luglio 2025, 06:06

amelia dino settimi social

Dino Settimi nella fotografia pubblicata sui social

È polemica sulla ludopatia, tra destra e sinistra ad Amelia. Tutto nasce da un post su Facebook del tabaccaio e barista Dino Settimi, che gioisce sui social perchè alcuni giorni fa nel suo locale sono stati vinti 20 mila euro. Così il post di Settimi: “Iniziamo la settimana con il botto! Ventimila euro, la super tabaccheria fortunata”. Normalissime notizie di cui è pieno internet, e che finiscono persino sui giornali quando la vincita è parecchio grossa. Il problema è che Dino Settimi da poco è diventato anche consigliere comunale, per giunta con una delega al decoro urbano: quindi ricopre un ruolo pubblico.

Per via di questo suo incarico, secondo l'opposizione di centrosinistra dovrebbe evitare di fare pubblicità al gioco d'azzardo. Così interviene il gruppo di Amelia un patto avanti: “Il gioco d’azzardo non è un passatempo innocuo: non è un gioco! È una dipendenza che colpisce tutte le età, ma coinvolge sempre più giovani. Dietro una “giocata” ci sono spesso fragilità, solitudine, illusioni. Leggere sul profilo di un consigliere comunale di maggioranza l’invito a tentare la fortuna, non è solo una leggerezza.
È un messaggio sbagliato, pericoloso, irrispettoso verso chi combatte ogni giorno le dipendenze da gioco d’azzardo. Su questo tema non esistono colori politici: esiste una responsabilità collettiva. Chi ricopre un ruolo pubblico ha il dovere di dare il buon esempio, anche sui social”.

Dino Settimi è stato recentemente alla ribalta nazionale grazie al gioco televisivo dei pacchi, dove ha vinto una grossa somma: 100 mila euro. In quel caso però non si è trattato di gioco d'azzardo, perchè in Rai, ad Affari tuoi, non si paga per partecipare. Riguardo al gratta e vinci “Tutto per tutto”, che ha fatto il botto al bar di Dino Settimi, c'è anche da tenere in considerazione che il consigliere comunale è sì un uomo pubblico, ma è anche titolare di una attività economica, lecita e legale; e che i suoi colleghi e competitor non politici fanno lo stesso e anche di più per accaparrarsi clienti.

Da una parte quindi ci sono i doveri morali che il ruolo pubblico comporta, dall'altro c'è la necessità di gestire un'attività privata senza che il ruolo pubblico comporti restrizioni. Un bel dilemma.

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