Royal family
Virginia Giuffre in una foto d'archivio LaPresse
Le dichiarazioni di Sky Giuffre, padre di Virginia Giuffre - una delle principali accusatrici nel caso Epstein - hanno riacceso i riflettori su una vicenda che da anni scuote le élite globali e lambisce le stanze più riservate della monarchia britannica. In una recente intervista rilasciata a un'emittente americana, Sky Giuffre ha espresso profondi dubbi circa le versioni ufficiali relative alla morte di Jeffrey Epstein e ad altri episodi oscuri collegati al caso. "Non credo al suicidio", ha affermato senza mezzi termini, riferendosi non solo alla fine di Epstein, ma anche ad altre morti sospette che hanno costellato l'inchiesta.
Virginia Giuffre, nata Virginia Roberts, è stata tra le prime donne a denunciare il giro di abusi sessuali orchestrato da Jeffrey Epstein e dalla sua complice Ghislaine Maxwell. Le sue accuse hanno avuto ripercussioni di portata internazionale, coinvolgendo figure di spicco della finanza, dello spettacolo e della politica. Ma è stata la sua denuncia contro il principe Andrea, duca di York e terzogenito della defunta regina Elisabetta II, a scuotere le fondamenta della Casa di Windsor.
Nel 2021, Giuffre intentò una causa civile contro il principe Andrea, sostenendo di essere stata costretta a intrattenere rapporti sessuali con lui quando era ancora minorenne, su mandato di Epstein e Maxwell. Sebbene il principe Andrea abbia sempre negato ogni accusa, nel febbraio 2022 il caso si concluse con un accordo extragiudiziale stimato in circa 12 milioni di sterline. L’intesa ha evitato un processo pubblico ma ha lasciato dietro di sé un’ombra pesante: l’immagine della monarchia britannica ne è uscita gravemente compromessa.
Le parole del padre di Virginia Giuffre non fanno che riaprire ferite mai rimarginate. "Ci sono troppe coincidenze, troppe persone silenziate", ha detto Sky Giuffre. Le sue dichiarazioni alimentano il sospetto, condiviso da parte dell’opinione pubblica e da numerosi osservatori indipendenti, che la rete di Epstein fosse protetta da interessi molto più grandi e potenti di quanto emerso finora.
Il caso Epstein ha sollevato interrogativi inquietanti anche sulla gestione della sicurezza nelle carceri federali americane e su presunti insabbiamenti da parte di forze dell’ordine e apparati di intelligence. Quando Epstein fu trovato morto nella sua cella nel 2019, in attesa di processo per traffico sessuale di minori, la versione ufficiale parlò di suicidio. Tuttavia, le anomalie riscontrate — dalle telecamere di sorveglianza fuori uso al malfunzionamento delle ronde di controllo — hanno alimentato teorie di complotto e ipotesi alternative mai del tutto sopite.
Il coinvolgimento di membri della nobiltà, imprenditori miliardari e figure politiche di primo piano ha reso il caso Epstein simbolo di come il denaro e il potere possano talvolta distorcere il corso della giustizia. Il principe Andrea è stato privato di numerosi incarichi ufficiali e patronati reali, e ha cessato di utilizzare il titolo di "Sua Altezza Reale", ma per molti questa punizione formale non ha sanato la ferita morale inferta alla monarchia.
Nel frattempo, Virginia Giuffre continua a essere una delle voci più autorevoli nella battaglia contro la tratta e l’abuso di minori. Anche le dichiarazioni del padre contribuiscono a mantenere alta l’attenzione su una vicenda che, nonostante gli anni trascorsi, continua a sollevare domande scomode su responsabilità istituzionali e complicità taciute.
Se le verità complete sul caso Epstein e sulle sue ramificazioni verranno mai alla luce, resta ancora da vedere. Ma le parole di Sky Giuffre sono un monito: "La giustizia non deve solo essere fatta, deve anche essere vista come tale".
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