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Carlo Acutis santo, un nuovo faro nell'Umbria spirituale

Sergio Casagrande

08 Settembre 2025, 12:25

Carlo Acutis santo, un nuovo faro nell'Umbria spirituale

La canonizzazione di Carlo Acutis ha trasformato Piazza San Pietro in un mare di giovani e famiglie. Non accadeva da tempo di vedere la Chiesa capace di parlare così direttamente a una generazione cresciuta a pane e tecnologia. Carlo, ragazzo del nostro tempo, amava Internet e lo usava per evangelizzare: il suo esempio è la prova che fede e digitale non sono mondi inconciliabili. Al contrario, diventano strumenti per rendere la santità vicina e concreta.

Oltre 80 mila persone hanno affollato il cuore della cristianità per accompagnare questo passaggio epocale. La voce di Papa Leone XIV ha sigillato l’evento con un monito semplice e potente: “Il rischio più grande della vita è sprecarla... Non sciupate la vita, fatene un capolavoro”. Un messaggio che è sembrato cucito addosso al nuovo santo e rivolto in particolare ai giovani che, con smartphone in mano e occhi puntati sull’altare, hanno visto in Carlo un modello capace di vivere la fede senza staccarsi dal presente. Accanto a lui, canonizzato nello stesso giorno, anche Pier Giorgio Frassati, il “ragazzo di Dio” del Novecento, a suggellare un ponte generazionale di santità.

Ma l’eco della giornata non si è fermata a Roma. Ad Assisi, dove è esposta la teca che custodisce i resti di Acutis, oltre 7 mila pellegrini hanno seguito la celebrazione in diretta e hanno reso omaggio al santo del web. Un flusso che conferma come l’Umbria stia aggiungendo un nuovo capitolo al suo libro infinito di santità. Lì, dove già San Francesco e Santa Chiara sono fari universali, oggi spicca un adolescente del XXI secolo che, con un portatile e un rosario, ha ridisegnato i confini del sacro.

Neanche gli umbri hanno voluto mancare a Roma: in 800 hanno raggiunto Piazza San Pietro per dire, con la loro presenza, che questo ragazzo appartiene ormai a loro come al mondo intero. Perché Carlo non è un santo di nicchia: è il volto fresco di una Chiesa che prova a scrollarsi di dosso la polvere e a parlare con la lingua che i giovani comprendono.

E qui sta il punto: Acutis non è la santità mummificata da predica d’altri tempi, ma la prova vivente che un santo può portare le sneaker, trafficare col computer, divertirsi e sorridere, senza per questo perdere la rotta. È il patrono dei ragazzi che “navigano”: quelli che rischiano di perdersi in rete e che ora possono trovare in lui una bussola. In definitiva, ieri non è stato canonizzato soltanto Carlo Acutis. Ieri è stata canonizzata un’idea: che il Vangelo può camminare sulle fibre ottiche, che la fede non teme il wi‑fi, che il sacro non è un archivio polveroso ma un download sempre attivo.

Piazza San Pietro gremita lo ha dimostrato: i santi non appartengono al passato. Alcuni, come Carlo, sono già collegati al futuro.

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