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Carlo Acutis è santo. Papa Leone XIV ai giovani: "Non sciupate la vita". Più di 80 mila in Piazza San Pietro

La canonizzazione del primo millennial, sepolto ad Assisi. In mille sono arrivati dall'Umbria

Gabriele Burini

08 Settembre 2025, 11:51

Carlo Acutis è santo. Papa Leone XIV ai giovani: "Non sciupate la vita". Più di 80 mila in Piazza San Pietro

Dalle 10.24 di domenica 7 settembre 2025, l’Umbria ha un nuovo santo. È Carlo Acutis, patrono di internet, unico nella storia ad aver avuto un profilo sui social, primo millennial a essere canonizzato e modello che la Chiesa vuole proporre ai giovani nell’era della società digitale. Morto il 12 ottobre 2006 all’età di 15 anni dopo una leucemia fulminante, Acutis è sepolto nella chiesa di Santa Maria Maggiore, nel complesso del Santuario della Spogliazione di Assisi, città dove Carlo trascorreva le vacanze insieme alla famiglia.

A lui sono stati riconosciuti due miracoli: quello per la canonizzazione riguarda il caso della sopravvivenza e guarigione rapida, completa e duratura di una giovane 21enne del Costa Rica, Valeria Valverde, che studiava a Firenze, in fin di vita dopo un incidente stradale, e che ieri è stata una delle lettrici della preghiera universale in lingua spagnola. Quello per la beatificazione risale all’ottobre 2013 nella chiesa di San Sebastiano a Campo Grande, in Brasile: dopo avere toccato una reliquia del giovane, un bambino di sei anni di nome Matheus, che soffriva di una grave anomalia al pancreas, era completamente guarito.

Quando Papa Leone XIV, sul sagrato della Basilica di San Pietro, ha dichiarato Acutis santo assieme a Pier Giorgio Frassati, un boato ha travolto tutta la piazza. Oltre 80 mila, infatti, le persone arrivate a Città del Vaticano - di cui un migliaio dal Cuore verde - per la canonizzazione dei due giovani, voluti santi da Papa Francesco prima della sua morte. Pratiche che Prevost ha ripreso immediatamente, mettendole al centro della sua agenda nei primi mesi di pontificato.

“Cari fratelli e sorelle - ha detto il Santo Padre durante l’omelia - nella prima Lettura (fatta da Michele, fratello di Carlo, in inglese, ndr) abbiamo sentito una domanda: Signore, chi avrebbe conosciuto il tuo volere, se tu non gli avessi dato la sapienza e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito? L’abbiamo sentita dopo che due giovani beati, Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, sono stati proclamati Santi, e ciò è provvidenziale”, visto che la domanda è attribuita a un giovane come loro, il re Salomone, che disponeva di tante cose, ma la sua ricchezza gli aveva fatto sorgere una domanda: “Cosa devo fare perché nulla vada perduto? E aveva capito che l’unica via per trovare una risposta era quella di chiedere a Dio un dono ancora più grande: la sua Sapienza”, ha aggiunto il Papa.

Prevost si è poi rivolto ai giovani: “Frassati e Acutis sono un invito a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro. Entrambi hanno coltivato l’amore per Dio e per i fratelli attraverso mezzi semplici, alla portata di tutti: la santa Messa quotidiana, la preghiera, specialmente l’Adorazione eucaristica - ha ricordato Prevost - Tutti e due avevano una grande devozione per i Santi e per la Vergine Maria, e praticavano generosamente la carità. Perfino quando la malattia li ha colpiti e ha stroncato le loro giovani vite, nemmeno questo li ha fermati e ha impedito loro di amare, di offrirsi a Dio, di benedirlo e di pregarlo per sé e per tutti”.

Parlando di Acutis, Leone ha aggiunto: “Ha incontrato Gesù in famiglia, grazie ai suoi genitori, Andrea e Antonia, presenti qui oggi con i due fratelli, Francesca e Michele, e poi a scuola, anche lui, e soprattutto nei Sacramenti, celebrati nella comunità parrocchiale. È cresciuto integrando naturalmente nelle sue giornate di bambino e di ragazzo preghiera, sport, studio e carità”.

Acutis e Frassati, per Prevost, “ci incoraggiano con le loro parole: ‘Non io, ma Dio’, diceva Carlo; mentre Pier Giorgio diceva: ‘Se avrai Dio per centro di ogni tua azione, allora arriverai fino alla fine’. Questa è la formula semplice, ma vincente, della loro santità. Ed è pure la testimonianza che siamo chiamati a seguire, per gustare la vita fino in fondo e andare incontro al Signore nella festa del cielo”. Prima della fine della celebrazione e del giro in papamobile tra i fedeli, Prevost si è rivolto alla folla: “Vi ringrazio per essere venuti così numerosi a festeggiare due nuovi santi”.

Poi, ha lanciato un messaggio a tutto il mondo, specialmente alle grandi potenze: “Preghiamo per la pace, specialmente in Terra Santa e in Ucraina. Ripeto ai governanti: ascoltate la voce della coscienza; le apparenti vittorie ottenute con le armi seminando morte e distruzione sono in realtà delle sconfitte e non portano mai a pace e sicurezza. Dio non vuole la guerra, Dio vuole la pace. E Dio sostiene chi si impegna ad uscire dalla spirale dell’odio e a percorrere la via del dialogo”.

Chissà che Carlo, in tal senso, non possa compiere un nuovo miracolo.

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