Attualità
Una centralina di monitoraggio dell'Arpa
Niente pioggia, vento zero, tornano le polveri sottili. Il limite annuo dei 35 sforamenti giornalieri è ancora lontano, ma da qui al 31 dicembre in alcune delle centraline Arpa di monitoraggio di Pm10 e Pm2.5 si potrebbe arrivare alla soglia.
Terni Borgo Rivo è a quota 18 superamenti (57 microgrammi al metro buco su limite di 50 l’11 dicembre), Carrara e Le Grazie sempre nella Conca sono a 14, Città di Castello è a 12 superamenti dal primo gennaio, Foligno Porta Romana a 8, Perugia Fontivegge a 7, Magione a 5. Per dire i casi principali. In tutto sono 84 i superamenti rilevati dalla rete.
“Come tutti gli anni - spiega Marco Vecchiocattivi, responsabile della rete aria di Arpa Umbria - le condizioni meteo fanno sì che tutti gli inquinanti siano schiacciati al suolo, per lo stesso fenomeno che schiaccia al suolo l’umidità e la nebbia. Si aggiunge l’effetto del riscaldamento a legna. Al momento, stando ai dati, siamo messi meglio dello scorso anno. Va tenuto in considerazione il limite annuale sul numero superamenti giornalieri (35), e quest’anno rispetto al 2024 abbiamo dieci superamenti in meno. Certo ci sono le zone più inquinate come la Conca ternana, Foligno e Spoleto e le città che stanno su zone di valle. E vanno analizzati anche gli altri inquinanti, come gli idrocarburi policiclici aromatici, che vengono analizzati attraverso i filtri. Ma si tratta di valori che alla fine, per legge, sono nelle medie annuali. E ancora: il biossido di azoto che arriva da motori a combustione. Comunque anche qui i valori aumentano perché l’inquinamento è dovuto anche dal fattore meteo. In prospettiva ce la stiamo giocando, manca una ventina di giorni, e Terni potrebbe sforare. Poi bisognerà fare anche un’altra considerazione, scorporare i superamenti che non dipendono dal fattore umano (riscaldamento da legna e smog da traffico) ma dal trasporto di polveri sahariane. Lo scorso anno il fenomeno è stato più evidente. Le giornate in cui si verifica vanno scorporate dalle altre con con una metodologia precisa”.
Le stazioni Arpa sono collocate in aree urbane con l’obiettivo di valutare gli impatti sulla qualità dell'aria prodotti dalle varie sorgenti urbane, quali il riscaldamento e il traffico, nel loro insieme (fondo urbano) o dove il traffico rappresenta la sorgente prevalente.
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