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C’è la parifica di bilancio, ma servono 8 milioni

Alessandro Antonini

13 Dicembre 2025, 09:41

Il presidente Colosimo con la governatrice Proietti

La vicenda dei fondi Arpa attinti “illegittimamente” dal fondo sanitario indistinto non è finita. Ieri, nel giudizio di parifica del bilancio della Regione Umbria da parte della Sezione controllo della Corte dei conti, sono spuntati otto milioni “non coperti” che ora Palazzo Donini dovrà trovare nelle pieghe dei propri conti. Anche stavolta la parifica c’è ma è parziale: lo specifico capitolo di spesa ottiene il disco verde - dopo le modifiche normative e l’istituzione del fondo di accantonamento - ma resta fuori il “periodo gennaio-luglio 2024 pari a 8.291.217,76 euro”, è scritto nel dispositivo della magistratura contabile, letto dal presidente della sezione Antonello Colosimo al suo ultimo atto in questo ruolo in Umbria (è stato promosso - tramite concorso - al ruolo di presidente della Sezione controllo enti della stessa Corte dei conti). E’ stata di conseguenza dichiarata “l’illegittimità del risultato di amministrazione alla data del 31 dicembre 2024 per la quota dei vincoli da trasferimenti, relativamente alla parte in cui non registra economie vincolate riconducibili al perimetro sanitario per l’importo di 8.291.217,76 euro nonché i conseguenti effetti”.

Nodo tecnico

La questione è tecnica. Questi soldi ora vanno riassegnati al Fondo sanitario. E sostituiti con un’altra posta di bilancio. “La somma è infatti riferita al complesso dei trasferimenti effettuati ad Arpa nel periodo gennaio-luglio 2024 prima cioè dell’entrata in vigore delle norme che hanno modificato la legge regionale 9/98 mentre nulla è stato osservato per i trasferimenti effettuati ad Arpa da agosto in avanti, erogati in conformità alla nuova disciplina regionale che delimita le attività Arpa finanziabili tramite Fondo sanitario regionale”, evidenzia Palazzo Donini.

Per quanto concerne il rendiconto 2024 - scrive il procuratore regionale Antonietta Bussi - “si fa integrale rinvio a quanto espresso da questa procura in occasione del relativo giudizio di parificazione ribadendo che per la frazione di anno (gennaio-luglio 2024) in cui era ancora vigente la disposizione dichiarata incostituzionale, si ripropongono le criticità rilevate con riguardo al 2023, sebbene, a differenza di quest’ultimo esercizio, nell’omologo documento, non è stato effettuato alcun accantonamento, neanche pro-quota, per il ripiano del Fondo sanitario nazionale dell’anno considerato. Né, per altro verso, risulta venuta meno la legge regionale di approvazione del bilancio di previsione (legge regionale 18 del 2023), in cui era iscritto lo stanziamento. Per il periodo successivo (agosto-dicembre 2024), non può che tenersi conto dell’intervento legislativo di cui alla legge regionale 12 del 2024, che ha modificato le modalità di finanziamento dell’ente regionale attraverso le risorse sanitarie, nonché delle attività poste in essere dall’amministrazione regionale ai fini della loro liquidazione”.

Dalla dichiarazione d’incostituzionalità della norma autorizzativa dello stanziamento diretto ad Arpa (emessa dalla Consulta su quesito della Corte dei conti umbra), per il periodo in cui è stata applicata, “deriva che la relativa spesa debba gravare sul settore ordinario del bilancio regionale e non sul fondo sanitario, e quindi la corrispondente somma debba essere ridestinata al perimetro sanitario medesimo”, ribadisce il procuratore Bussi nella sua relazione. “Le pronunce della Corte costituzionale - ha spiegato Colosimo - hanno confermato la correttezza del percorso avviato da questa sezione nel definire il perimetro legittimo del finanziamento all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Con l’odierno giudizio si completa la verifica dei rendiconti, in un quadro che ha chiesto e trova nelle istituzioni responsabilità, trasparenza e piena coerenza con i principi costituzionali in materia di bilanci pubblici.”

Bussi ha aggiunto che “la corretta destinazione delle risorse sanitarie rappresenta un presidio essenziale per la tutela dei diritti fondamentali. La vicenda del finanziamento ad Arpa dimostra quanto sia necessario perimetrare con rigore le spese riconducibili ai Livelli essenziali di assistenza, garantendo che ogni euro destinato alla salute risponda ai principi di efficienza, sostenibilità e rispetto delle norme costituzionali”. La presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, ha espresso “apprezzamento per il giudizio della Corte i cui dettagli di applicazione tecnica saranno essere attuati in conformità al dispositivo della sentenza che sarà formalizzato nei prossimi giorni, e anche in base alle valutazioni di competenza del Mef rispetto alle modalità di ricollocazione delle risorse nel perimetro del fondo sanitario regionale”, è scritto in una nota dell’ente.

Proietti: “Interveniamo”

“La Regione – ha dichiarato Proietti - è chiamata a garantire rigore, trasparenza e correttezza amministrativa rispetto alle decisioni della Corte, relative agli anni 2023 e 2024, le cui indicazioni rappresentano per noi uno stimolo ulteriore a proseguire nel percorso di modernizzazione e di rafforzamento del sistema regionale. Saremo pienamente impegnati all’attuazione delle operazioni contabili necessarie, – ha aggiunto la governatrice – e a dare piena attuazione alle nuove norme, in un quadro che consolida i nostri impegni per una sanità più efficiente, servizi più vicini ai cittadini e politiche pubbliche capaci di generare sviluppo. Guardiamo con ottimismo al futuro: stiamo costruendo un’Umbria più forte, più innovativa e più attenta ai bisogni della comunità, attraverso un vero patto con tutte le sue componenti sociali ed economiche”. La presidente ha inoltre ricordato il lavoro in corso sul nuovo piano socio sanitario, “il primo dopo quindici anni”, e gli avanzamenti della gara per il trasporto pubblico locale, attesa da due decenni e “finalmente in fase esecutiva grazie agli interventi adottati dal nuovo esecutivo regionale”.

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