Perugia
Spostare un treno sulla linea lenta significa un ritardo medio di oltre mezz’ora - almeno - rispetto alla direttissima. Il tutto, se non cambia la delibera dell’Agenzia di regolazione dei trasporti, da gennaio dovrà essere moltiplicato per tutte le 40 corse giornaliere da e per Roma. E vanno previsti anche gli effetti collaterali: che si tradurranno in altri ritardi. È quanto fa sapere Gianluigi Giusti, portavoce del coordinamento comitati pendolari umbri, che rappresenta i comitati pendolari storici dell'Umbria oltre il comitato pendolari reatini. Giusti da mesi e mesi ha lanciato l’allarme dei treni che finivano in linea lenta senza preavvisi. Adesso il tema è diventato di confronto nazionale tra le Regioni del Centro e il governo.
Sul tema interviene anche Ciro Zeno, segretario regionale Filt Cgil
“Sono anni - ricorda Zeno - che denunciamo una caduta vertiginosa dei servizi, lo dicevamo quando a governare c'era il centrodestra nel mentre il centrosinistra all'opposizione ascoltava e stava a guardare anche, a tratti, senza fare il lavoro che dovrebbe fare una opposizione. Oggi siamo in un baratro, non è più accettabile l'isolamento di Perugia non è accettabile l'isolamento di Terni, Foligno, Orvieto e Spoleto. Dobbiamo chiedere al ministero di bloccare immediatamente il processo di privatizzazione”. La Filt “per la sua storia ha una cultura ferroviaria cosa che notiamo manca a tratti alle istituzioni. Per troppo tempo - prosegue Zeno - si è dato come garantito questo modello che oggi grazie al governo di centrodestra si sta mettendo in discussione. Con una idea di privatizzazione del gruppo Ferrovie dello Stato che deve essere assolutissimamente evitata perché altrimenti saranno solo gli Eurostar e Frecciarossa a prevalere su tutti e gli altri potranno anche non esistere. Fermo restando che il pendolare anticipa anche danari, molti denari perché paga un abbonamento prima di prendere il treno. Chiediamo un incontro urgente con le istituzioni regionali alla presidente e all'assessore De Rebotti perché anche la Filt Cgil dell'Umbria vuole continuare a dire la sua su questo delicato settore che ci appartiene come contesto. Quello che sta mancando oggi è proprio la connessione tra ferro e gomma: non c'è più una mente che pensa come mettere in simbiosi questi due settori. Dopo la gara a 4 lotti del Tpl sarà ancora peggio”.
Lega replica
“Le problematiche emerse in Umbria - ha fatto l’onorevole Riccardo Augusto Marchetti, segretario della Lega Umbria e membro della Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati - in relazione all’utilizzo della linea direttissima verso Roma sono la diretta conseguenza della delibera 178/2024 emanata dall’Autorità di regolazione dei trasporti (Art), autorità indipendente, non certo frutto di una scelta politica del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, che al contrario ha sempre dimostrato attenzione concreta alle esigenze dei territori, dei pendolari e dei lavoratori. Le polemiche politiche sono del tutto fuori luogo, oltre che controproducenti: serve responsabilità istituzionale da parte di tutti. Lavoratori, studenti, famiglie che ogni giorno scelgono il treno come mezzo di trasporto, devono essere tutelati da decisioni che rischiano di peggiorare drasticamente il servizio, con un allungamento dei tempi di percorrenza fino a 40 minuti. È bene ricordare che nella precedente legislatura regionale, su volontà dell’allora presidente Donatella Tesei e dell’assessore ai trasporti Enrico Melasecche, la Regione Umbria ha investito con lungimiranza circa 175 milioni di euro per acquistare 12 nuovi treni elettrici, costruirti appositamente dalla Alstom, in grado di viaggiare fino a 200 km/h e dotati delle tecnologie più avanzate, che dovrebbero essere consegnati entro i prossimi mesi e comunque entro il 2026. Un investimento ingente che consentirebbe alla flotta dei nuovi treni regionali dell’Umbria di percorrere la linea direttissima verso Roma e verso Firenze”.
Al netto dei lavori manutentivi operati da Rfi, “che, nella linea umbra si concluderanno a breve, il dovere della politica è quello di ascoltare, comprendere e mettere in atto soluzioni efficaci che vadano incontro alle esigenze dei cittadini. Non possono esistere sterili e infondate polemiche politiche, che di certo non contribuiscono a giungere alla risoluzione delle criticità”, conclude Marchetti.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy