TELEVISIONE
Caterina Balivo
Caterina Balivo torna oggi pomeriggio in tv su Rai 1 con il suo programma La Volta Buona. La conduttrice sui social pubblica un'altra storia de La posta di Cate e leggendo la sua risposta, possiamo capire l'educazione che trasmette ai suoi due figli,Guido Alberto e Cora, nati dall'amore con Guido Maria Brera. Questa volta la lettera riguarda un tema importante e molto attuale: a che età è giusto mettere in mano un cellulare a un bambino? È una domanda che si fanno molti genitori, ogni giorno, combattuti tra il desiderio di proteggere i figli dai pericoli del mondo digitale e la paura che, senza un telefono, i piccoli si sentano tagliati fuori dai loro coetanei.
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Silvia, mamma di una bambina di 8 anni, ha scritto a La posta di Cate per raccontare il suo dilemma. Da qualche settimana, la figlia ha iniziato a chiedere insistentemente di avere un cellulare, motivando la richiesta con l’esempio di una compagna di scuola che già lo possiede. "Trovare un equilibrio è difficile – scrive Silvia – da una parte c’è il mio istinto di mamma che vuole proteggerla da tutto, dall’altra c’è la realtà che cambia. Non so decidere, non capisco quando sia il momento giusto per dargliene uno".
Una situazione comune, che mette in luce una delle sfide educative più delicate dei nostri tempi: l’introduzione precoce alla tecnologia. Non è più solo una questione di sicurezza o praticità, ma una scelta che ha ripercussioni profonde sulla crescita, le relazioni e la percezione del mondo da parte dei più piccoli. La risposta di Caterina non lascia spazio a dubbi: "Il mio consiglio è: non cedere". E spiega: "Parla alla tua bambina e falle capire che il telefonino è un’arma e che lei è troppo piccola per poterla controllare. Poi, per gestire i rapporti con le amiche, c’è la mamma che la può aiutare".
Una posizione netta, che richiama i genitori a un ruolo attivo e consapevole. Secondo Caterina, non si tratta solo di dire "no", ma di educare, spiegare, accompagnare. Perché un cellulare, nelle mani di un bambino, non è un semplice oggetto: è una porta aperta su un mondo che può essere tanto stimolante quanto pericoloso. In un’epoca in cui l’infanzia è sempre più accorciata e i bambini crescono a ritmi accelerati, forse la vera sfida è proprio questa: resistere alla pressione sociale e avere il coraggio di dire di no, anche quando tutti sembrano dire sì.
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