Attualità
La presidente Proietti spiega la manovra in conferenza stampa (foto Belfiore)
“Se la prima l’abbiamo chiamata Operazione verità, questa è un aggiornamento. Possiamo definirla Operazione verità 2.0: tutti noi stiamo cercando di salvare la Regione Umbria dal commissariamento della sanità che ci porterebbe nel baratro”. La presidente Stefania Proietti si toglie anche qualche sassolino dalle scarpe nel corso della conferenza stampa con cui, ieri mattina, ha presentato lo “schema, perché non è definitivo” della manovra varata lo scorso 21 marzo e che prevede l’innalzamento di Irpef, Irap e bollo auto a causa dello squilibrio del bilancio sanitario. Prima di incontrare la stampa, Proietti ha avuto modo di illustrare l’atto alle associazioni di categoria, proprio mentre in corso Vannucci, davanti a Palazzo Donini, il centrodestra sventolava la determinazione dirigenziale 3.045 del 25 marzo sull’affidamento diretto del report sulla sanità commissionato all’azienda Kpmg e che ha certificato il buco di oltre 243 milioni di euro, poi abbassatosi a 90 grazie alle risorse di Gestione sanitaria accentrata.
“Mi sembra che qualcuno guardi al dito e non alla luna, perché questi numeri sono figli degli ultimi 5 anni”, ha attaccato la presidente. Questa cifra, però, “non si può compensare come negli anni passati, dove non c’era una mobilità passiva ai massimi livelli e non c’erano stati dei tagli da parte del governo centrale”. Per questi motivi, è stato necessario mettere mano al bilancio della sanità, onde evitare l’arrivo del commissario dal primo maggio. “Qui la questione è o salviamo l’Umbria adesso, o non la recuperiamo più. Il Mef (ministero dell’Economia e finanze, ndr) è deputato a verificare il disavanzo. Noi ci incontreremo il primo aprile: se viene certificato il disavanzo al quarto trimestre del 2024, il presidente del Consiglio diffida la Regione interessata a reperire le necessarie coperture entro il 30 aprile. Se queste non ci sono, il primo maggio il presidente della Regione diventa commissario e adotta i provvedimenti per il ripianamento del disavanzo, ma se entro la fine del mese non vengono adottati o risultato insufficienti, allora dal primo giugno si applicano le aliquote al massimo e, soprattutto, il divieto di effettuare spese non obbligatorie fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello di verifica”. Tradotto, il sistema sanitario sarebbe impossibilitato a fare assunzioni, ma ci sarebbe pure il divieto di investimenti per rinnovare le strutture già presenti. “Noi abbiamo una certezza” - è andata avanti Proietti - “che la nostra prima proposta si abbasserà. Quella del 21 marzo è una pre-adozione e ci sarà tempo per lavorarci fino al 15 aprile, data ultima per l’approvazione in consiglio regionale. La manovra abbiamo intenzione di migliorarla gestendo le aziende sanitarie, in questi due mesi con la dottoressa Donetti abbiamo visto che ci sono margini d’azione”. L’obiettivo, in sanità, è quello di creare una holding aziendale con quattro rami, “ma non si fa in quindici mesi. Noi metteremo mano a riforme strutturali, nell’immediato vogliamo rendere strutturale la concertazione, perché uno degli esiti di questi tavoli è che se si andrà a fare quel prelievo, ci impegneremo periodicamente a raccontarlo. Metteremo anche mano all’evasione fiscale ripristinando il protocollo con l’Agenzia delle Entrate non più confermato un paio d’anni fa. Controlleremo la spesa sanitaria delle aziende e metteremo mano ai costi della politica, perché tutti dobbiamo partecipare”. Insomma, se commissariamento sarà, pagheranno soprattutto le fasce con un reddito sotto i 15 mila euro e i giovani. “Noi abbiamo scelto di essere responsabili, ma tutte le Regioni che si trovano nella nostra situazione, anche l’Abruzzo che ha una guida di centrodestra, lo sono. Le manovre non hanno colori, hanno la coscienza degli amministratori. Allora, se noi entro il 15 aprile non ci presentiamo con una manovra che aggiusteremo fino al termine ultimo per renderla il meno impattante possibile, una manovra progressiva che va in base ai redditi, ci troveremo costretti a subire decisioni e imposizioni drastiche con le aliquote fiscali imposte a tutti indiscriminatamente. Il danno lo faremmo soprattutto ai nostri giovani perché, solo per fare un esempio, non avremmo nel periodo 2026-2028 quei 33 milioni necessari per il confinanziamento dei progetti comunitari molti dei quali vanno a incidere su quei servizi che innalzano la qualità della vita”, ha aggiunto la governatrice.
Rispondendo a una domanda sulla determinazione dirigenziale contestata dal centrodestra, Proietti ha spiegato che “la delibera di giunta, un atto politico, è di un mese fa. Dato quel disavanzo, abbiamo chiesto la verifica di un atto terzo, ma l’incarico - atto gestionale - non lo devo sapere io quando è stato formalizzato. Io vi dico che è stato caricato nella piattaforma dove si dà l’incarico diretto il 28 febbraio, ma non è affar mio. La politica dovrebbe fare la politica, dare gli indirizzi. La minoranza era stata invitata a lavorare con noi alla manovra salva Umbria anche martedì sera dopo aver creato questo buco, certificato anche dall’assessore Coletto. Invece ce la troviamo a parlare di un atto di un dirigente o di un direttore, questa non è politica: perché non ha controllato questo disavanzo? Se almeno fosse corrisposto a maggiori prestazioni, avremmo avuto questa soddisfazione per i cittadini. Perché la politica non ha chiesto conto di queste cose?”. Interrogativi che, probabilmente, già oggi troveranno una risposta nella conferenza dell’opposizione.
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