UMBRIA
La giunta regionale dell'Umbria ha avviato la concertazione sulla proposta di manovra economico finanziaria, necessaria per evitare il commissariamento in sanità. Ha incontrato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil. Focus sull'impatto che la manovra avrà sul tessuto economico e sulle famiglie umbre, con l’obiettivo di trovare un punto d’incontro con le parti sociali per poi provare a portare il documento condiviso in Assemblea legislativa per l’approvazione finale entro il 15 aprile (termine imposto dal Governo dopo il quale scatterebbero le massime aliquote su tutte le fasce di reddito).
Durante la riunione, la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, il vicepresidente Tommaso Bori con delega al bilancio e gli assessori Fabio Barcaioli e Thomas De Luca, hanno ribadito che si tratta di una "proposta indispensabile e aperta per evitare il commissariamento ad acta e lo scatto del massimo delle aliquote fiscali che finirebbe per penalizzare la crescita economica e sociale dell'Umbria" scrive in una nota la Regione.
La presidente Proietti ha spiegato che "le difficoltà finanziarie dovute ad un buco di bilancio sulla sanità di 90 milioni sono aggravate dal taglio di 40 milioni in tre anni delle risorse del governo all’Umbria. Presidente e giunta sono già al lavoro per trovare margini d’azione che riducano ulteriormente l’impatto della manovra per le fasce di popolazione con i redditi più bassi. Se la sanità umbra fosse commissariata nello specifico per la prima volta nella storia dell’Umbria sarebbero penalizzate le fasce più deboli e sarebbero messi a rischio i servizi essenziali, come il diritto alle cure e i trasporti, e anche tutti quei progetti finanziati con i fondi comunitari che prevedono il cofinanziamento della Regione e molti di questi sono progetti sociali".
La partecipazione con i sindacati proseguirà nei prossimi giorni e, parallelamente, l'atto sarà condiviso con le associazioni economiche e delle professioni e all'Anci. "Dobbiamo arrivare - ha concluso Proietti - a un patto auspicabilmente condiviso per salvare l’Umbria dal commissariamento e non subire imposizioni fiscali che sarebbero distruttive".
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