IL CASO
Nel riquadro suor Anna Donelli
Suor Anna Donelli è stata arrestata oggi, giovedì 5 dicembre, con l’accusa di aver fatto da tramite tra clan della ‘ndrangheta e i detenuti in carcere. La religiosa figura tra le 25 persone finite in manette nell’ambito dell’inchiesta della procura di Brescia su un’associazione dedita a estorsioni, traffico di armi, ricettazioni e spaccio di droga.
Suor Anna Donelli da quindici anni dedica la sua vita ai detenuti del carcere di San Vittore a Milano, offrendo non solo conforto spirituale, ma anche uno sguardo umano e compassionevole a chi vive dietro le sbarre. La sua vocazione ha radici profonde e nasce da una chiamata inaspettata a soli 21 anni. “Qualcuno mi ha scelta. Un nulla graziato”, raccontava in un’intervista a un quotidiano locale online, descrivendo il cammino che l’ha portata a scegliere la vita religiosa.
La sua missione è stata segnata da un evento tragico: la perdita della sorella gemella nel 2001, a soli 34 anni. “Mia sorella era sposata da cinque anni e aveva tre figli piccolissimi: uno di un mese e mezzo, uno di due anni e mezzo e uno di tre anni e mezzo. Un Tir pirata l’ha stretta contro la strada a senso unico, trascinandola via. È riuscita a salvare i suoi bambini, ma non ce l’ha fatta.” Questo dolore lacerante ha segnato la sua vita, ma non l’ha spezzata. Anzi, le ha dato nuova forza per affrontare il suo percorso di fede e impegno sociale.
Dal 2010 ha iniziato a frequentare regolarmente il carcere, dedicandosi completamente ai detenuti. “Sono stata a tempo pieno nelle periferie di Pavia, Roma e Milano, e questa palestra di umanità ha trasformato il mio sguardo. Ora vedo prima di tutto la persona, sia nell’autore del reato che in chi lo subisce.”, ha raccontato in un’intervista.
La suora sottolineava come il confine tra bene e male sia spesso sottile, presente dentro ogni individuo. “Dentro di me convivono il grano e la zizzania,” afferma con umiltà, riconoscendo la complessità dell’animo umano e la necessità di offrire speranza a chi è caduto.
Quella della suora volontaria, diceva, è una testimonianza di resilienza e fede che trova la sua forza nel dolore trasformato in amore per gli altri. Il carcere non è solo un luogo di punizione, ma anche di possibile rinascita, dove ogni incontro è occasione per seminare dignità e umanità.
Ora tutto questo viene messo in discussione con la pesante accusa che la riguarda.
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