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Umbria, aziende a rischio mafia: 'ndrangheta e camorra pronte ad agire. La relazione della Dia

Redazione Web

18 Giugno 2024, 16:46

Umbria, aziende a rischio mafia: 'ndrangheta e camorra pronte ad agire. La relazione della Dia
Tre provvedimenti antimafia sono stati emessi dal prefetto di Perugia nel primo semestre del 2023. Interdittive nei confronti di società sul conto delle quali sono stati rilevati "sintomatici elementi di condizionamento mafioso". Una azienda che commercia autovetture, un'altra che si occupa di abbigliamento, nonché una del settore del servizio bar e ristorazione. Nei suddetti provvedimenti uno è stato emesso per prevenire tentativi di infiltrazione da parte della 'ndrangheta e uno della camorra. E' quanto si legge nella relazione dell'attività svolta e dei risultati ottenuti dalla Direzione investigativa antimafia."Il territorio umbro - si legge nel documento - caratterizzato da un fiorente tessuto economico-produttivo, non evidenzia forme di radicamento stabile di strutture criminali di tipo mafioso, tuttavia, pregresse attività d'indagine hanno acclarato l'esistenza di proiezioni di 'ndrangheta e camorra, infiltrate nel tessuto imprenditoriale locale e attente a cogliere eventuali opportunità economico-finanziarie con il fine di riciclare capitali illeciti. La presenza delle case di reclusione di Spoleto e Terni ha favorito, nel corso degli anni, l'insediamento in quei territori di interi nuclei familiari, di origine calabrese e campana, imparentati con i soggetti ristretti in regime detentivo speciale". Nella relazione si spiega che sono state avviate iniziative di contrasto all'infiltrazione della criminalità organizzata nella regione, anche in considerazione dei numerosi fondi pervenuti per la ricostruzione sismica (terremoto 2016) e per quelli che stanno arrivando per i progetti del Pnrr. Il 15 febbraio 2022 è stato dunque firmato "un protocollo d'intesa tra la Prefettura e la Procura di Perugia al fine di rafforzare la prevenzione e il contrasto della criminalità mafiosa mediante congiunte attività di monitoraggio e analisi su possibili tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nell'economia legale. La proficua sinergia istituzionale sviluppatasi sul fronte della prevenzione amministrativa nel primo semestre 2023 ha permesso al Prefetto di Perugia" di emettere i provvedimenti descritti in apertura. Il 25 gennaio 2023 la Dia ha dato esecuzione ad un decreto di confisca "nei confronti di una famiglia di origine cutrese, appartenente al clan ''ndranghetista Grande Aracri. In particolare, la confisca definitiva di beni ha riguardato denaro e società già sequestrati, per un valore complessivo di 13 milioni di euro, anche a Perugia, oltre che a Reggio Emilia, Modena, Parma, Crotone e conti bancari esteri, in Lituania e Romania". Le indagini hanno messo in luce l'operatività di sodalizi stranieri, costituiti principalmente da nigeriani e albanesi interessati al traffico di stupefacenti, ai reati predatori e allo sfruttamento della prostituzione. "Nell'ambito del settore della droga, l'eroina giunge prevalentemente attraverso soggetti nigeriani, la cocaina perlopiù attraverso gli albanesi, mentre l'attività di spaccio della droga è gestita tendenzialmente da soggetti nordafricani". Nella provincia di Perugia è stata riscontrata la presenza di soggetti, contigui ad alcune 'ndrine calabresi, che risulterebbero attive nell'infiltrazione del settore economico e nel traffico degli stupefacenti, come dimostrano gli esiti di un'attività preventiva dello precedente semestre. Lo spaccio di droga viene gestito, spiega sempre la Dia, da stranieri e, al riguardo, il 6 giugno 2023, su segnalazione dell'lnterpol è stato arrestato a Monaco di Baviera (Germania) un soggetto di origini tunisine (estradato in Italia il 14 giugno) responsabile di ricettazione, contraffazione di documenti e spaccio di sostanze stupefacenti a Perugia.L'1 febbraio 2023, inoltre, la Guardia di finanza di Perugia ha arrestato, in esecuzione di mandato d 'arresto europeo, un soggetto di origini turche, dimorante a Terni, ritenuto a capo di un'organizzazione internazionale dedita alla raccolta illegale di scommesse sportive e al gioco d'azzardo nonché al riciclaggio dei proventi illecitamente accumulati. Le indagini, avviate nel 2019 in Francia, hanno portato a individuare un gruppo di soggetti appartenenti alla comunità turca, risultato attivo nella gestione di slot machine e altri apparati per l'accesso a giochi d'azzardo illegali e a piattaforme di scommesse on line gestite da soggetti privi delle autorizzazioni. Le apparecchiature elettroniche, noleggiate in Svizzera, erano collocate presso esercizi commerciali, ritenuti soggetti all'influenza del gruppo criminale, non solo in Francia, ma anche in Germania, Moldavia e Romania. (CORRIERE DELL'UMBRIA)
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