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Condanna

Gubbio, entra in casa dalla finestra e riempie di botte l'ex compagna

Un anno di inferno per la donna con minacce, insulti e continue chiamate

14 Febbraio 2025, 14:30

Un anno di inferno per una donna eugubina, stalkerizzata, maltrattata, diffamata e picchiata dal proprio ex compagno che per questo era stato condannato per il delitto di maltrattamento e lesioni a due anni e colpito dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento nei confronti della sua ex compagna, con la quale aveva avuto un bambino. Ciò nonostante ha continuato imperterrito a molestare, minacciare e diffamare in maniera reiterata la donna. Con le accuse di stalking, violazione di domicilio, diffamazione continuata e reiterata è stato nuovamente processato e condannato. Protagonista un 51enne residente a Gubbio. L’uomo, come detto, nonostante avesse subito già un processo, ha continuato a stalkerizzare l’ex compagna.
“In particolare - si legge nel capo di imputazione - poneva in essere frequenti pedinamenti nei pressi della sua abitazione e appostamenti, sia a piedi che a bordo dell’auto”.

Il tutto con lo scopo di ricercare contatti diretti con l’ex compagna che in modo sistematico importunava cercando di bloccarla e comunque rivolgendole espressioni ingiuriose e condotte fortemente intimidatorie. In una occasione ha sorpreso la vittima mentre stava tornando a casa con l’auto, si è aggrappato allo sportello e ha cercato di aprirlo. A quel punto la poveretta ha avuto la prontezza di spirito di chiudere le portiere con la sicura ed è scappata verso la caserma dei carabinieri dove ha denunciato l’episodio. In due occasioni l’uomo ha fatto irruzione in casa della donna dopo aver scalato in piena notte la parete esterna ed essersi introdotto attraverso una finestra posta al primo piano. L’ha sorpresa nel letto a dormire e l’ha picchiata procurandole un grosso ematoma all’occhio destro. La vittima, si è messa a gridare ed è stata salvata dal pronto intervento della madre e degli zii, anche loro costretti a una colluttazione con l’imputato nel corso della quale uno dei parenti ha riportato una lesione seria al piede che ha richiesto la corsa in ospedale e otto punti di sutura. Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Nei giorni successivi l’imputato ha continuato a molestare l’ex compagna anche nell’hotel dove lavorava, con l’intento di controllarla e denigrarla.


Sempre in quella stessa giornata l’ha bersagliata con una miriade di telefonate, assillanti e minacciose, anche da numero criptato, e con messaggi sms. Un vero e proprio inferno. Al telefono l’uomo rimaneva in silenzio, oppure facendo intendere alla poveretta di essere sotto il suo controllo e di sapere esattamente dove e con chi fosse. L’imputato, sia sul luogo dove lavorava e anche negli ambienti frequentati dall’ex compagna, “poneva in atto reiterate condotte diffamatorie dipingendola come una donna di facili costumi, proferendo espressioni offensive e minacce di morte. Promettendole, addirittura, di ucciderla tagliandole la testa a metà”. 



Per tutte queste condotte minacciose e persecutorie, anche nei confronti della madre, la donna era stata costretta ad alterare le sue abitudini di vita dovendo evitare di uscire di casa da sola. E’ stata anche costretta a cambiare per tre volte il proprio numero telefonico. A conclusione di un processo che ha visto in aula molteplici testimoni, e tra questi appartenenti alle forze dell’ordine, amici, famigliari e conoscenti della coppia, si è celebrata l’udienza conclusiva. Il Pubblico ministero Letizia Romano e l’avvocato Ubaldo Minelli, difensore della parte civile (la vittima e sua madre) hanno sollecitato la condanna dell’imputato e, il difensore Minelli ha chiesto il risarcimento dei danni morali subiti dalla donna e da sua madre madre. Il giudice Piercarlo Frabotta, dopo la camera di consiglio, ha pronunciato la sentenza di condanna nei confronti del 51enne, a un anno di reclusione in continuazione della precedente condanna inflitta all’imputato di 2 anni di reclusione nel 2018. Inoltre lo ha condannato al risarcimento dei danni per madre e figlia quantificati in 10 mila euro per ciascuna.

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