il personaggio
Alessio Vassallo e Ginevra Pisani
Martedì 2 dicembre, in prima serata su Rai 1, debutta la nuova serie L’altro ispettore. Protagonista della fiction diretta da Paola Randi è Alessio Vassallo, nei panni di Domenico Dodaro, per gli amici Mimmo, un ispettore del lavoro alle prese con casi che affrontano uno dei temi più delicati del nostro Paese: la sicurezza sul posto di lavoro.
"Questa è una serie che parla di tutti perché noi siamo anche il lavoro che facciamo. Il lavoro crea dignità e crea identità. Diciamo: "Sono un avvocato, sono un attore, sono un operaio…". E ognuno ha diritto di tornare a casa dopo le ore lavorative. La parola chiave di "L'altro ispettore" è 'cura': Dodaro si prende cura di sua figlia e dei lavoratori e il modo in cui lo fa l'ho imparato dai miei genitori. Li ringrazierò sempre per questo insegnamento", ha raccontato l’attore sulle pagine di Tv Sorrisi e Canzoni.
Nato a Palermo il 10 agosto 1983, Vassallo si è diplomato nel 2007 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico a Roma. Dopo esperienze teatrali, ha esordito al cinema nel 2006 con Niente storie. Tra i suoi lavori più noti ci sono Viola di mare, I baci mai dati e Fino a qui tutto bene. Sul piccolo schermo è diventato celebre grazie al ruolo di Mimì Augello in Il giovane Montalbano e ha preso parte a serie come I Medici - Lorenzo il Magnifico, Sopravvissuti, Marconi - L'uomo che ha connesso il mondo e Black Out - Le verità nascoste. Recentemente è stato protagonista dei film Arrivederci tristezza e Raqmar, conquistando anche un Nastro d’argento alla carriera. Vassallo è sposato con Ginevra Pisani: "È stato un giorno bellissimo, un punto di arrivo perché Ginevra è la persona giusta. Oltre all’amore, mi ha portato equilibrio e serenità e, nonostante io tenda a essere ombroso, lei è riuscita a farmi sorridere".
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Nonostante il successo, l’attore ha affrontato momenti difficili. Nel 2023 ha rivelato di avere sofferto di ludopatia: "Credo che la miccia sia stata tutta la rabbia che covavo: i trascorsi al liceo, le delusioni sul lavoro. Soffrivo ma non riuscivo a esprimere questo mio malessere. Così mi calmavo con il gioco", raccontò a Specchio. "Mi sembrava di stare meglio ma poi le partite non bastavano mai. Ho deciso di smettere quando i miei genitori hanno avuto problemi economici. Loro faticavano ad arrivare a fine mese, mentre io buttavo via un sacco di soldi ogni sera. Mi sono vergognato e ho capito che dovevo chiedere aiuto. L'analisi è stata fondamentale per smettere di giocare. Però la fascinazione resta. Se passo davanti a un Casinò, mi prudono le mani".
In un’intervista successiva a Vanity Fair, Vassallo ha raccontato: "Credo di avere perso, al gioco, qualcosa come 50 mila euro. Il senso di colpa era enorme: avevo ansia, attacchi di panico, sudavo freddo, mi veniva la febbre. Ero persino diventato molto aggressivo, rispondevo male; la dipendenza aveva tirato fuori la mia anima più nera".
Prima di incontrare la moglie, ha vissuto anche una relazione tossica: "Per anni sono stato dipendente, oltre che dal gioco, da una relazione tossica. Era un grande amore, ma malato. Lei mi controllava in tutto: se uscivo a cena con gli amici non mi godevo la pizzata perché stavo tutta la sera attaccato al cellulare a rispondere ai suoi messaggi. Se ricevevo una chiamata da una collega erano scenate, se non tornavo a casa all'ora stabilita era l’inferno. Non avevo più il mio tempo, perché anche il tempo che non passavo con lei era contaminato dalla sua presenza. Mi sentivo in gabbia. Questo è stato il primo campanello d’allarme". Quando il malessere si è trasformato in problemi fisici, Vassallo ha capito che era il momento di mettere un limite: "Mi è venuto il morbo di Crohn (un’infiammazione cronica all'intestino, ndr). E ho capito che dovevo alzare un muro".
Infine, l’attore ha ricordato anche gli episodi di bullismo subiti da bambino: "È stata una pressione costante e violenta che mi ha tormentato psicologicamente per anni. Mi hanno bruciato i compiti, mi hanno rotto gli occhiali, mi hanno impedito di giocare. Se non toccava a me, costringevano un ragazzo autistico a correre per tutta la classe. Che orrore. Il dolore fisico in questi casi è il male minore. Ricordo che una volta sono arrivati in tre, due mi tenevano fermo e il terzo picchiava in maniera selvaggia solo perchè gli avevo chiesto di restituire una cosa non sua. Non mi ero fatto gli affari miei. E giù botte. Mentre le prendi provi dolore e schifo per chi ti tiene e per chi sta a guardare e ride. Penso sia come lo stupro: le notti non passano mai, ti senti un fallito. Colpevole. Mi hanno aiutato la boxe e il palcoscenico". Con L’altro ispettore, Alessio Vassallo porta sul piccolo schermo un racconto che unisce dramma personale e impegno sociale, ricordando che ogni lavoratore ha diritto a tornare a casa sano e salvo.
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