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L’altro ispettore debutta stasera su Rai 1: dai romanzi alla realtà, lavoro e sicurezza al centro con Alessio Vassallo

Annalisa Ercolani

02 Dicembre 2025, 15:50

L’altro ispettore” debutta stasera su Rai 1: dai romanzi alla realtà, lavoro e sicurezza al centro con Alessio Vassallo

L’altro ispettore

Un investigatore che non impugna armi, che non rincorre criminali a sirene spiegate e che non vive di stereotipi da fiction. L’altro ispettore, la nuova serie Rai diretta da Paola Randi, porta in prima serata su Rai 1 un volto inedito: quello di Domenico Dodaro, ispettore del lavoro che affronta i casi con competenza, studio e soprattutto umanità. Una figura diversa dal solito e proprio per questo capace di lasciare il segno. La serie, coprodotta da Rai Fiction, Anele e RaiCom, e ispirata ai romanzi di Pasquale Sgrò, debutta stasera martedì 2 dicembre per tre serate consecutive, con l’obiettivo di accendere un riflettore serio e necessario sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Argomento quanto mai attuale, raccontato però attraverso una narrazione che unisce investigazione, sensibilità sociale e un forte radicamento nel territorio.

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Un cast solido e un protagonista fuori dagli schemi

A vestire i panni di Domenico Mimmo Dodaro è Alessio Vassallo, che dà vita a un ispettore rigoroso, ostinato ma profondamente umano. Accanto a lui troviamo Cesare Bocci nel ruolo di Alessandro, mental coach in sedia a rotelle e amico di famiglia, sopravvissuto all’incidente in cui il padre di Domenico perse la vita. Francesca Inaudi interpreta invece la pm Raffaella Pacini, ex compagna di liceo e ora collega con cui Mimmo si ritroverà a collaborare. A completare il quadro familiare c’è la piccola Angelica Tuccini, la figlia Mimì.

Nel cast anche Silvia Mazzieri (Eleonora, primo amore di Mimmo), Rosanna Gentili (Carla, la madre), Matilde Bernardi (Lucrezia, la sorella), Massimiliano Galligani (il carabiniere Mariotti) e Barbara Enrichi (l’archivista Vincenzina).

Lucca come teatro naturale della serie

Con i suoi vicoli medievali, le mura storiche e la campagna che la circonda, Lucca diventa uno scenario ideale per raccontare storie che intrecciano quotidianità, dramma e realtà sociale. La città accoglie l’ispettore nelle sue indagini, spesso ispirate a casi realmente accaduti, e ne diventa parte integrante grazie a un’ambientazione curata e autentica.

Una serie dal forte valore pubblico

Non sorprende che L’altro ispettore abbia ottenuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero del Lavoro, dell’Inail e altre istituzioni: la serie invita a riflettere, senza retorica, su un tema universalmente riconosciuto come centrale, soprattutto in un Paese in cui le morti bianche riempiono purtroppo le cronache. Il progetto è sostenuto anche dalla Regione Toscana e dalla Toscana Film Commission.

Episodio 1 – La morte di Karina nel cotonificio

La prima indagine porta Domenico Dodaro dentro un cotonificio, dove una ragazza di 19 anni, Karina, è morta dopo essere stata trascinata nel rullo di un orditoio. La dinamica sembra chiara e, come spesso accade, i sospetti si concentrano subito sulla vittima: forse era stanca, forse era distratta a causa degli allenamenti intensi di danza che seguiva ogni sera. Una versione comoda, quasi rassicurante, ma che non convince l’ispettore.

Mimmo, con la sua solita precisione e una buona dose di intuito, scava oltre la superficie. La sua indagine dimostra che la verità è ben diversa e molto più scomoda di ciò che i primi sospetti lasciavano intendere. L’incidente non è il frutto della disattenzione della ragazza, ma il risultato di un sistema che non ha funzionato come avrebbe dovuto.

Episodio 2 – Il mistero di Habib Moradi

Il secondo caso della serata inizia davanti all’ingresso del pronto soccorso, dove Habib Moradi viene trovato in gravissime condizioni. La pm Raffaella Pacini è convinta che si tratti di un pestaggio e la dinamica sembra effettivamente compatibile. Ma Domenico non ci casca: qualcosa non torna. La pista che segue lo ispettore porta verso un’altra ipotesi, più plausibile ai suoi occhi: un incidente sul lavoro. Una caduta dall’alto, forse da un ponteggio, forse da un’altezza tale da provocare lesioni letali.

E infatti, man mano che Mimmo ricostruisce l’accaduto, emerge un quadro molto più complesso, in cui tornano a intrecciarsi scarsa sicurezza, responsabilità opache e condizioni di lavoro non adeguate. Una storia amara, che mette in luce realtà troppo spesso invisibili.

Una fiction diversa che vuole far pensare

L’altro ispettore non corre dietro all’azione, non cerca la scorciatoia dell’eroe solitario. Punta tutto sulla verità, sul metodo e sull’umanità. Racconta un’Italia vera, nelle sue difficoltà e nelle sue fragilità, ma anche nelle sue battaglie quotidiane fatte da persone competenti e tenaci. E per il pubblico di Rai 1, abituato a investigatori armati e casi da giallo classico, questa novità è un cambio di stile che potrebbe rivelarsi una ventata d’aria fresca.

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