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L'altro ispettore
L'articolo 1 della Costituzione italiana recita: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro". Eppure, ogni giorno, questa fondazione viene minata da tragedie evitabili che spezzano vite, famiglie e comunità. Stasera, martedì 2 dicembre 2025, Rai 1 manda in onda la prima puntata de L'altro ispettore, la prima fiction italiana dedicata interamente al tema della sicurezza sul lavoro e alle morti bianche, con Alessio Vassallo nei panni dell'ispettore del lavoro Domenico Dodaro. La serie, diretta da Paola Randi e liberamente tratta dai romanzi di Pasquale Sgrò, arriva con il patrocinio della Presidenza del Consiglio, del Ministero del Lavoro, dell'Inail e dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro, e racconta storie ispirate a fatti realmente accaduti.
Mentre la finzione televisiva mette in scena la lotta quotidiana per garantire sicurezza nei cantieri, nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro, i dati reali disegnano un quadro drammatico e in peggioramento: l'Italia continua a piangere centinaia di vittime ogni anno, in una strage silenziosa ma incessante che colpisce soprattutto edilizia, agricoltura, trasporti e manifattura.
Il 2023 ha chiuso con 1.147 denunce di infortunio mortale presentate all'Inail, in calo del 9,5% rispetto al 2022 (1.268 denunce). Gli infortuni mortali accertati positivi, ossia quelli effettivamente riconosciuti come legati all'attività lavorativa, sono stati 550, pari al 48% delle denunce, di cui il 52,2% avvenuti "fuori dall'azienda" (in itinere o con mezzo di trasporto). Le denunce totali di infortunio sul lavoro nel 2023 sono state oltre 590.000, con un calo significativo del 16,1% rispetto al 2022 e dell'8,4% rispetto al 2019, in parte dovuto alla fine dell'emergenza pandemica.
La distribuzione territoriale ha visto il Nord Italia concentrare il 61% degli infortuni, seguito dal Centro (20%) e dal Sud (19%), con Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana tra le regioni più colpite. Per gli infortuni mortali, però, l'incidenza relativa del Sud è aumentata, rappresentando un terzo dei casi.
Il 2024 ha segnato un'inversione di tendenza preoccupante. Secondo i dati Inail e dell'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, le vittime sul lavoro sono state 1.090, con un incremento di 49 decessi rispetto al 2023 (+4,7%). Di questi, 805 sono morti in occasione di lavoro (6 in più rispetto al 2023) e 285 in itinere, con un aumento drammatico di 43 decessi (+17,8%) nei tragitti casa-lavoro.
Le regioni con maggiore incidenza di rischio (zona rossa) sono state Basilicata, Valle d'Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia, mentre per numero assoluto di vittime la Lombardia si è confermata al primo posto con 131 morti, seguita da Campania (84), Lazio (73), Emilia-Romagna (71) e Sicilia (65).
Il settore delle costruzioni ha registrato il maggior numero di decessi con 156 vittime, seguito da trasporti e magazzinaggio (111) e attività manifatturiere (101). I lavoratori stranieri hanno continuato a essere particolarmente vulnerabili, con 176 decessi in occasione di lavoro e un'incidenza oltre il 65% degli infortuni mortali totali.
I dati parziali del 2025 confermano un'emergenza strutturale che non accenna a diminuire. Secondo l'Osservatorio Vega, da gennaio a settembre 2025 si sono registrate 784 vittime sul lavoro, di cui 575 in occasione di lavoro (8 in più rispetto allo stesso periodo del 2024) e 209 in itinere. I dati Inail, che escludono alcune categorie di lavoratori non assicurati, parlano di 570 morti in occasione di lavoro nei primi nove mesi, con un aumento dell'1,2% rispetto al 2024.
Nei primi sette mesi dell'anno le denunce di infortunio mortale sono state 432, numero sostanzialmente stabile rispetto al 2024 ma superiore al 2023 (+4) e al 2022 (+21). L'Osservatorio Indipendente di Bologna, che monitora tutti i morti sul lavoro inclusi quelli in nero e non assicurati Inail, ha superato quota 800 morti già a metà luglio 2025, con 506 decessi sui luoghi di lavoro e almeno 725 considerando anche i morti in itinere e su strada.
A settembre 2025, le regioni in zona rossa (incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale di 24 morti ogni milione di lavoratori) sono Basilicata, Umbria, Campania, Puglia e Sicilia. In zona arancione si collocano Liguria, Calabria, Abruzzo, Trentino-Alto Adige, Veneto, Piemonte e Sardegna.
Per numero assoluto di vittime in occasione di lavoro, la Lombardia guida la triste classifica con 73 decessi nei primi nove mesi del 2025, seguita da Veneto (60), Campania (57), Piemonte ed Emilia-Romagna (47), Sicilia (46), Puglia (43), Toscana e Lazio (38). Il Sud ha visto un incremento preoccupante nel 2025, con i morti che sono passati da 92 a 104, mentre sono calati nel Nord-Est, al Centro e nelle Isole.
L'edilizia si conferma il settore più colpito dalle morti sul lavoro, con 99 decessi in occasione di lavoro nei primi nove mesi del 2025, seguita dalle attività manifatturiere (83), trasporti e magazzinaggio (71) e commercio (54). Nel 2024 le vittime nel settore costruzioni erano state 156, rappresentando il 23,3% degli infortuni mortali nell'Unione Europea.
Un dato controtendenza emerge dal primo trimestre 2025: nonostante l'aumento generale dei morti sul lavoro (+9,9%), nel settore edile si è registrato un calo del 16%, con 21 decessi contro i 25 dello stesso periodo 2024. Questo miglioramento potrebbe essere attribuito all'introduzione della patente a punti per i cantieri, entrata in vigore il 1° ottobre 2024, che ha qualificato imprese e lavoratori autonomi in base alla conformità alle norme di sicurezza.
Il settore dei trasporti e magazzinaggio ha visto un incremento drammatico nel primo trimestre 2025, con un aumento del 38,5% dei morti in occasione di lavoro. Gli autotrasportatori sono tra le categorie più a rischio, con 100 vittime nel 2024 e 75 nel 2025, spesso in incidenti stradali durante turni massacranti.
In agricoltura, i decessi sono aumentati del 26,7% nel primo trimestre 2025. Un dato particolarmente inquietante riguarda i trattori: sono stati 115 i lavoratori schiacciati da trattori e mezzi agricoli nel 2024, mentre nel 2025 il numero ha già raggiunto 85 vittime dall'inizio dell'anno.
Quasi la metà degli infortuni mortali avviene sulla strada, rendendo il rischio stradale la principale causa di morte sul lavoro in Italia. Il 23% dei decessi sono infortuni "in itinere", ossia avvenuti nel tragitto casa-lavoro, con un peso particolarmente rilevante sulle donne: oltre il 48% degli infortuni in itinere vede coinvolte lavoratrici, per le quali rappresenta la prima causa di morte sul lavoro.
Nel settore delle costruzioni, la caduta dall'alto resta la principale causa di morte, soprattutto in cantieri dove sistemi di protezione inadeguati o ignorati espongono i lavoratori a rischi letali. Il settore delle costruzioni rappresenta il 12,3% degli infortuni non mortali nell'UE, ma il 23,3% degli infortuni mortali.
Gli studi dimostrano che l'80-90% degli infortuni sul lavoro sono dovuti a errori umani, legati a fattori come fretta, distrazione, stanchezza e frustrazione. La pressione per ritmi frenetici, il risparmio sui dispositivi di sicurezza e la "frenesia del profitto" sono indicate come cause strutturali del fenomeno. I lavoratori anziani sono particolarmente vulnerabili: 107 vittime ultrasessantenni sono state registrate nel 2025, con 65 morti per fatica o stress da superlavoro tra operai, braccianti, autotrasportatori, medici e infermieri.
Nel 91,7% dei casi le vittime sono uomini, soprattutto nella fascia di età 50-64 anni. I lavoratori ultrasessantacinquenni presentano l'incidenza di mortalità più alta, con 78 decessi ogni milione di occupati, seguiti dai lavoratori tra 55 e 64 anni (37,5) e quelli tra 45 e 54 anni (24,6). Questo dato riflette la spinta a lavorare più a lungo, che sta presentando un conto altissimo in termini di vite umane.
I lavoratori stranieri sono particolarmente esposti: nel 2024 sono stati 176 i deceduti in occasione di lavoro, con un'incidenza più che doppia rispetto agli italiani (29,8 contro 13,4 morti per milione di occupati). Nei primi nove mesi del 2025 le denunce di infortunio dei lavoratori stranieri sono state circa 1 su 5 del totale (94.158 su 435.883).
Le donne rappresentano una minoranza delle vittime, ma il trend è in aumento. Nei primi nove mesi del 2025 sono state 68 le donne decedute (5 in più rispetto al 2024), di cui 33 in occasione di lavoro e 35 in itinere. Nel 2024 le vittime donne erano state 86 (52 in occasione di lavoro e 34 in itinere).
Nel 2023 l'Italia ha registrato 473 decessi in occasione di lavoro (dato Eurostat, escludendo gli infortuni in itinere), con una media di 39 morti al mese, più di una al giorno. Questo posiziona il Paese al secondo posto nell'Unione Europea per incidenti mortali sul luogo di lavoro, dietro solo alla Francia (con 3,6 infortuni ogni 100.000 abitanti) e davanti alla Bulgaria (3,5), a fronte di una media UE di 1,6 infortuni mortali ogni 100.000 abitanti.
Secondo i più recenti dati Eurostat relativi al 2023, l'Italia ha un'incidenza di 2,35 decessi ogni 100.000 lavoratori, ponendosi al terzo posto nella classifica europea. L'Italia offre comunque un esempio positivo rispetto a un'Unione Europea che tra il 2022 e il 2023 ha visto il numero di incidenti mortali crescere da 3.286 a 3.298 casi.
Analizzando i dati di lungo periodo, dopo un calo dal 2008 (5,5 denunciati ogni 100.000 occupati, 3,5 riconosciuti) al 2014 (4,1 denunciati, 2,5 riconosciuti), il numero di morti sul lavoro in Italia è rimasto sostanzialmente stabile, senza ulteriori miglioramenti. I dati del 2023 (3,8 denunciati, 2 riconosciuti) e del 2024 (3,3 denunciati) suggeriscono un lieve miglioramento, ma l'Inail spesso rivede al rialzo i dati più recenti.
L'incidenza infortunistica in occasione di lavoro (al netto degli studenti), rapportata agli occupati Istat, è passata dalle 1.493 denunce ogni 100.000 occupati del settembre 2019 alle 1.283 del settembre 2025, con un calo del 14,1%. Tuttavia, il numero assoluto di morti resta drammaticamente alto e in crescita negli ultimi due anni.
Dal 1° ottobre 2024 è stata introdotta la patente a crediti per il settore edilizio, che qualifica imprese e lavoratori autonomi in base alla conformità alle norme di sicurezza. In caso di gravi violazioni, è prevista la sospensione della patente e l'impossibilità di operare nei cantieri. I primi dati del 2025 sembrano indicare un effetto positivo, con un calo del 16% dei morti in edilizia nel primo trimestre.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha più volte lanciato appelli sulla sicurezza sul lavoro, mentre cresce la richiesta di istituire una Procura nazionale del Lavoro per coordinare le indagini e garantire una risposta giudiziaria più efficace. Le organizzazioni sindacali e le associazioni come ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) chiedono maggiore formazione, cultura della sicurezza e controlli più stringenti, soprattutto nelle piccole-medie imprese e negli appalti a cascata.
I dati sono chiari e impietosi: l'Italia non sta vincendo la battaglia contro le morti sul lavoro. Dopo un leggero miglioramento nel 2023, il 2024 ha segnato un peggioramento con 49 vittime in più, e il 2025 prosegue su una traiettoria preoccupante, con 784 morti nei primi nove mesi e una media di 2,85 lavoratori morti al giorno.
Il settore delle costruzioni, i trasporti, l'agricoltura e le attività manifatturiere restano i comparti più letali, con cadute dall'alto, incidenti stradali e schiacciamenti da macchinari agricoli tra le cause principali. I lavoratori stranieri, gli anziani e gli occupati in piccole imprese o appalti subappaltati pagano il prezzo più alto.
Mentre stasera L'altro ispettore porta per la prima volta in tv il tema della sicurezza sul lavoro raccontando storie vere di indagini, responsabilità e dignità, i dati reali ci ricordano che dietro ogni numero c'è una vita spezzata, una famiglia distrutta, un vuoto incolmabile.
Fonti:
Relazione e quadro generale 2023 (Inail e analisi):
https://www.eclogaitalia.it/relazione-inail-2023-andamento-infortuni-e-morti-sul-lavoro
Dati consolidati 2024 su numero vittime, categorie a rischio e settori:
https://www.insalutenews.it/in-salute/morti-sul-lavoro-in-italia-1-090-nel-2024-rischio-maggiore-per-stranieri-e-ultrasessantaci
Dati 2025 aggiornati (gennaio–settembre) e andamento in crescita:
https://www.tcemagazine.it/72239/morti-sul-lavoro-sono-784-le-vittime-da-gennaio-a-settembre-2025-8-in-piu-dello-scorso-anno
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