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Funghi velenosi, come riconoscerli? Le migliori app da scaricare sul telefono

Il foraging, cioè la raccolta di funghi spontanei nei boschi, sta vivendo una nuova primavera in Italia. Dai social network alle guide turistiche, sono sempre di più gli italiani che si ritrovano la domenica mattina tra porcini e finferli. Dietro questa moda, però, si nasconde un serio rischio: ogni anno in Europa si contano oltre 10.000 intossicazioni da funghi, molte delle quali si potrebbero evitare con un pizzico di preparazione

Annalisa Ercolani

23 Settembre 2025, 16:51

Funghi velenosi, come riconoscerli? Le migliori app da scaricare sul telefono

Le app per funghi velenosi

Il foraging, cioè la raccolta di funghi spontanei nei boschi, sta vivendo una nuova primavera in Italia. Dai social network alle guide turistiche, sono sempre di più gli italiani che si ritrovano la domenica mattina tra porcini e finferli. Dietro questa moda, però, si nasconde un serio rischio: ogni anno in Europa si contano oltre 10.000 intossicazioni da funghi, molte delle quali si potrebbero evitare con un pizzico di preparazione.

Il boom del turismo micologico

Dai boschi dell’Adamello in Trentino alla Maremma toscana e all'Umbria, l’Italia vanta oltre 5.000 specie di funghi differenti. Alcune regioni, come il Piemonte, hanno fatto del turismo micologico una vera risorsa economica: il fungo di Borgotaro IGP attira migliaia di appassionati ogni autunno. Attenzione però, perché molti neofiti si lasciano trascinare dall’entusiasmo senza le competenze adeguate.

I funghi killer nei boschi italiani

Tra i funghi più pericolosi spicca l’Amanita Phalloides, soprannominata "Angelo della Morte", che può provocare danni irreversibili al fegato anche se ingerita in piccole quantità. Altre specie insidiose sono Amanita Verna, Boletus Satanas, Gyromitra Esculenta e Scleroderma Citrinus.

L’Amanita Phalloides

Sintomi da intossicazione: il tempo è vita

Un’intossicazione da funghi è una vera emergenza tempo-dipendente. Le sindromi si distinguono in:

  • Sindromi a breve latenza (30 min – 6 ore): disturbi gastrointestinali, vertigini, tremori e, talvolta, allucinazioni;

  • Sindromi a lunga latenza (6–12 ore): sono gravissime e includono necrosi epatica e insufficienza renale;

Professione micologo: una carriera in ascesa

L’interesse crescente per il mondo dei funghi ha fatto nascere nuove opportunità professionali. Per diventare micologo serve un percorso formativo di 300 ore distribuite in due anni, con corsi tra 700 e 1.000 euro. La Regione Umbria si è ormai consolidata come centro nazionale di formazione per micologi.

Le nuove regole del foraging: permessi, tesserini e sanzioni

L’epoca della raccolta libera è finita: ogni regione ha il suo regolamento. I residenti sono spesso esenti dal pagamento di permessi, mentre i non residenti pagano contributi fino a 600 euro per raccogliere funghi. I limiti giornalieri variano tra 2 e 3 kg a persona e le sanzioni per chi trasgredisce possono essere salate.

Il decalogo ministeriale

Il Ministero della Salute consiglia:

  • Non consumare funghi non controllati da un micologo;

  • Evitare il consumo in gravidanza e nei bambini;

  • Cuocere sempre bene i funghi;

  • Non raccogliere lungo strade trafficate;

  • Attenzione ai funghi sott’olio per rischio botulino;

Foraging responsabile: dove andare legalmente a funghi

Vuoi raccogliere funghi in sicurezza? Ecco mete consigliate:

  • Umbria: Monte Subasio, Valnerina, il Monte Tezio e la Foresta di Pietralunga
  • Trentino: Parco Adamello, Lago di Molveno

  • Piemonte: Castello di Masino, Val Casotto

  • Toscana: Maremma, Monte Amiata

  • Veneto: Cadore, Altopiano di Asiago

Le app miracolose: lo smartphone che può essere pericoloso

Il foraging tech è esploso grazie alle app capaci di riconoscere i funghi tramite una foto: Seek di iNaturalist, Boletus, iFunch e la nuova Funghi Riconoscimento Italiano promettono identificazioni istantanee grazie all’intelligenza artificiale. Basta scattare, inquadrare e leggere il verdetto dell’algoritmo.

Ma gli esperti sono chiari: le app hanno limiti evidenti. L’accuratezza può arrivare al 90% per le specie comuni, ma scende sotto il 70% per quelle pericolose o difficilmente distinguibili. Un fungo giovane può apparire diverso da uno maturo, la qualità delle foto incide sulle identificazioni, e molte app usano database non ottimizzati per le specie italiane.

Le app più popolari includono:

  • Seek di iNaturalist (gratis, con vasta community mondiale)

  • iFunch (Android/iOS, da 3,99 a 4,99 euro)

  • Boletus (versione lite gratis, versione completa a 2,35€)

  • Funghi Riconoscimento Italiano (AI aggiornata per le specie italiane)

Ognuna espone l'utente a disclaimer: l’app non sostituisce mai il controllo di un micologo specialista. Nessuna app può garantire la commestibilità al 100%, e girano ormai molti casi di avvelenamenti dovuti a identificazioni sbagliate.

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