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Buongiorno mamma, il ricordo della vera storia di Angela Moroni e del marito Nazzareno. "Ho letto l'articolo sul giornale e una settimana dopo ho scritto la fiction"

Stasera su Canale 5 andrà in onda la prima puntata della terza stazione della serie con Raoul Bova, ispirata a una vicenda reale

Claudia Boccucci

17 Settembre 2025, 21:35

Buongiorno mamma, il ricordo della vera storia di Angela Moroni e del marito Nazzareno. "Ho letto l'articolo sul giornale e una settimana dopo ho scritto la fiction"

Con il debutto della terza stagione di Buongiorno, mamma! su Canale 5 questa sera, alle 21:20, la fiction prodotta da Lux Vide RTI torna a catturare il pubblico italiano con le dinamiche familiari dei Borghi. Raoul Bova riprende il ruolo di Guido, il padre di famiglia che ha affrontato anni di sfide dopo il coma della moglie Anna (Maria Chiara Giannetta), mentre la trama introduce un salto temporale di qualche anno, con nuovi arrivi e un mistero da risolvere. Oltre alla suspense e ai colpi di scena, la serie continua a essere liberamente ispirata alla vicenda reale di Angela Moroni e del marito Nazzareno, una coppia abruzzese che ha incarnato l'amore incondizionato per quasi tre decenni. La nuova stagione, composta da 8 episodi divisi in 4 prime serate, esplora temi di crescita personale, amori complicati e ferite familiari, mantenendo il nucleo emotivo che ha reso la fiction un successo fin dal 2021.

La nascita della fiction

L'idea di Buongiorno, mamma! nasce da un articolo letto dalla sceneggiatrice Elena Buccaccio. "Mia figlia era nata da poco quando, aprendo il giornale, ho letto un trafiletto che parlava della moglie di Nazzareno e di quello che le era successo. Qualche ora dopo ero nell'ufficio di Luca Bernabei e piangendo gli raccontavo le emozioni che quelle poche righe mi avevano dato. La settimana seguente avevo iniziato a scrivere 'Buongiorno, mamma!'", riporta Il Sussidiario citando Buccaccio. La storia in questione è quella di Angela Moroni, una casalinga di Avezzano (in provincia de L'Aquila), madre di cinque figlie: Clara, Stefania, Benedetta, Noemi ed Elisabetta. Il 23 gennaio 1988, mentre preparava la cena dopo una forte influenza, Angela, allora 35enne, fu colpita da un improvviso calo di potassio che causò un arresto cardiaco. Il marito Nazzareno, studente di Medicina all'epoca, le praticò immediatamente il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca, salvandole la vita sul momento. Trasportata in ospedale, Angela entrò in un coma profondo da cui non si risvegliò mai più. "Il primo anno fu un susseguirsi di viaggi della speranza da una clinica all'altra, per cercare di vedere se fosse possibile trovare il modo affinché Angela potesse uscire dal coma e riprendere una vita pienamente funzionale", ha ricordato Nazzareno in un'intervista rilasciata nel 2017 a La Croce. Invece di optare per una struttura sanitaria, Nazzareno decise di riportare Angela a casa dopo il primo anno di degenza. Per i successivi 28 anni, fino alla morte di lei il 31 marzo 2017 all'età di 64 anni, trasformò la loro abitazione in un rifugio di cura quotidiana. "Angela è stata per tanti anni una moglie e una mamma che non parlava, che non faceva carezze, che non preparava il pranzo, ma che dava amore ogni giorno, con la sua presenza, con la sua testimonianza, con la sua vita", ha dichiarato Nazzareno, diacono e catechista del Cammino Neocatecumenale, sostenendo che la fede è stata il pilastro della famiglia.

Una routine di dedizione

La vita di Nazzareno divenne una routine eroica: ogni mattina lavava, vestiva e pettinava Angela, le parlava delle novità della giornata e la salutava con un "Buongiorno, mamma!", frase che le figlie – all'epoca tra i 3 e i 13 anni – ripetevano con lui. Da qui il titolo della fiction. Le bambine crebbero in questo contesto, imparando a gestire scuola, casa ed emozioni, con Angela come "presenza feconda" al centro della famiglia. "In tutti questi anni la loro mamma c'era. Era lì con loro. E loro erano lì con lei. Se le mie figlie oggi sanno come affrontare la vita, è perché hanno visto con i loro occhi come si fa a portare la croce tutti i giorni, a casa loro, con la loro madre", ha spiegato Nazzareno. Le figlie, oggi tutte sposate e alcune madri a loro volta, hanno vissuto l'assenza "sveglia" della madre come un insegnamento di resilienza. Nazzareno ha sempre rifiutato l'eutanasia: "Non ho mai pensato un minuto in vita mia che fosse più dignitoso lasciare andare Angela". Il funerale di lei, nel 2017, fu descritto come "una festa, perché Angela non è sparita nel nulla: ha iniziato una nuova vita, una vita eterna".

Paralleli e differenze con la fiction

Nella serie, la famiglia Borghi conta quattro figli (Francesca, Jacopo, Sole e Michelino) e introduce elementi di thriller, come l'arrivo dell'infermiera Agata e segreti sul passato di Anna, che si risveglia dopo sette anni di coma nella prima stagione. Tuttavia, il nucleo – un padre che cura la moglie a casa, crescendo i figli con unità – è fedele alla storia dei Moroni. Raoul Bova, che interpreta Guido, ha confidato in un'intervista a Fanpage di aver vissuto una situazione personale simile, che lo ha aiutato a immedesimarsi: "Io avevo una situazione simile personale, già da dieci anni, e ho riconosciuto subito quel tipo di personaggio perché ho visto e conosciuto persone come Guido". Bova ha descritto il suo ruolo come un passaggio "da un uomo forte e coraggioso a uno con sensibilità e fragilità importanti", enfatizzando le dinamiche familiari che rendono la serie universale.

 

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