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IL PERSONAGGIO

Chi ha inventato Watson? La vera storia di Arthur Conan Doyle, padre di Sherlock Holmes e del suo fedele dottore

Annalisa Ercolani

19 Agosto 2025, 20:41

Chi ha inventato Watson? La vera storia di Arthur Conan Doyle, padre di Sherlock Holmes e del suo fedele dottore

Arthur Conan Doyle

Quando pensiamo a Arthur Conan Doyle, il primo nome che viene in mente è quello di Sherlock Holmes, il detective razionale per eccellenza. Ma dietro al mito del 221B di Baker Street si nascondeva un uomo complesso, affascinato non solo dalla scienza ma anche dall’occulto. Un paradosso che rende la sua figura ancora più intrigante.

Dalla medicina a Sherlock Holmes

Nato a Edimburgo nel 1859, Conan Doyle studiò medicina all’università della città. Fu allievo del celebre dottor Joseph Bell, maestro nell’arte dell’osservazione e della deduzione: da lui prese ispirazione per costruire il personaggio di Sherlock Holmes. Dopo la laurea, Doyle tentò la carriera medica, prima a Southsea e poi a Londra, specializzandosi in oftalmologia. Ma i pazienti scarseggiavano e il destino prese una piega diversa: nel tempo libero cominciò a scrivere.

La nascita di un mito

Nel 1887 pubblicò Uno studio in rosso, il primo romanzo con protagonista Holmes. Il vero successo arrivò con i racconti su The Strand Magazine, che trasformarono il detective e il dottor Watson in icone internazionali. Eppure Doyle non voleva essere ricordato solo per i suoi gialli: considerava i suoi romanzi storici, come The White Company, le opere più importanti della sua carriera.

Patriota e cavaliere

Durante la Guerra Boera Doyle partì come medico volontario in Sudafrica. Scrisse resoconti del conflitto che contribuirono a migliorare l’immagine della Gran Bretagna all’estero. Fu proprio per questo impegno patriottico – e non per Holmes – che nel 1902 ricevette il titolo di cavaliere da Re Edoardo VII.

Il lato oscuro: spiritualismo e fate

Se Holmes incarnava la logica, Doyle era attratto dal mistero. Dopo la Prima guerra mondiale, che gli portò via il figlio e diversi familiari, si immerse nello spiritualismo, convinto della possibilità di comunicare con l’aldilà. Il caso più famoso fu quello delle Fate di Cottingley: fotografie che si rivelarono poi un falso, ma che lui difese fino alla morte.

Un’eredità oltre Sherlock Holmes

Arthur Conan Doyle morì nel 1930 a 71 anni. Il suo lascito va ben oltre il detective di Baker Street: fu medico, patriota, scrittore di romanzi storici, pioniere del giallo e credente nello spiritualismo. Il suo più grande paradosso resta questo: l’uomo che diede vita al simbolo della razionalità moderna fu anche un sostenitore dell’invisibile. Una contraddizione che ancora oggi alimenta la curiosità attorno a una delle figure più enigmatiche della letteratura mondiale.

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