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Molto più di una semplice biografia, il film è un viaggio emotivo che intreccia il profondo legame tra Nada e sua madre Viviana con la lotta contro il tabù della depressione in un'Italia rurale degli anni '60. Con un'interpretazione struggente di Carolina Crescentini nei panni di Viviana e la giovane Tecla Insolia nel ruolo di Nada, il film intreccia le dinamiche di amore familiare ai temi del sacrificio e della resilienza.
La depressione negli anni '60
Negli anni '60, in un'Italia lontana dal fermento delle grandi città, la depressione era un'ombra senza nome, un tabù avvolto nel silenzio e spesso interpretato come sinonimo di debolezza. La bambina che non voleva cantare affronta questa realtà mettendo al centro Viviana, la madre di Nada, una donna schiacciata da un male invisibile. Interpretata da Carolina Crescentini, Viviana arriva al pubblico come una figura complessa, una madre amorevole ma distante, imprigionata in una sofferenza che la isola dalla sua famiglia e dal mondo. La regista Costanza Quatriglio tratteggia il ritratto di una donna che non riesce a comunicare il proprio dolore, in un'epoca in cui la salute mentale era raramente discussa. Il film, ispirato al romanzo autobiografico di Nada Il mio cuore umano, mostra come la depressione di Viviana diventi un peso per l'intera famiglia, in particolare per la giovane Nada. A soli 15 anni, la ragazza scopre il suo talento musicale grazie a suor Margherita, che vede nella sua voce un possibile rimedio per "risvegliare" la madre. È in un'intervista al Corriere della Sera che Nada ha ricordato come il suo canto fosse inizialmente un atto di amore verso Viviana, un modo per riportarla in vita. Le scene girate nella campagna toscana, con i loro silenzi e colori caldi, amplificano il senso di isolamento di una donna fragile ma profondamente umana.
L'amore madre-figlia che sfida il dolore
Al centro c'è il rapporto tra Nada e Viviana, un legame fatto di amore incondizionato, incomprensioni e sacrifici. La giovane Nada cresce in una famiglia segnata dalla malattia della madre, trovandosi a portare il peso di aspettative che la spingono verso un destino che non ha scelto. Cantare, per Nada diventa un gesto d'amore, un tentativo di colmare il vuoto lasciato dalla depressione della mamma. Questo rapporto, complesso e universale, è il cuore pulsante del film, capace di parlare a chiunque abbia vissuto la gioia e il dolore dei legami familiari. Le scene che mostrano Nada e Viviana insieme sono un alternarsi di momenti di tenerezza e distanza. Un sorriso sfuggente della madre, un canto improvvisato della figlia, un silenzio che dice più di mille parole. Nel film Carolina Crescentini porta sullo schermo una Viviana che, pur intrappolata nel suo malessere, ama profondamente la figlia, mentre Tecla Insolia incarna una Nada vulnerabile ma determinata, che trova nella musica una via per esprimere ciò che le parole non riescono a dire.
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